E’ tutt’altro che concluso il lavoro investigativo degli agenti della Polizia Locale, che dopo l’arresto del richiedente asilo, bloccato  in flagranza di spaccio martedì, alla stazione ferroviaria di Schio, ora stanno cercando di individuare la rete di spacciatori di cui farebbe parte il giovane.

E’ chiaro che si tratterebbe di uno degli anelli di una catena di pusher, gestiti dalla criminalità organizzata, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratterebbe di manovalanza.

Il  senegalese aveva un permesso di soggiorno rilasciato dalla questura di Venezia, dove tra l’altro era ben noto per i disordini di Cona. Endurance Akhidenor era stato identificato e denunciato dalla polizia di stato per adunata sediziosa e violenza privata. Cosa ci facesse a Schio è al vaglio degli uomini del comandante Giovanni Scarpellini, che sono convinti che il giovane acciuffato dopo aver spacciato due dosi di cocaina, potesse contare sull’appogio di altri connazionali che gli avrebbero fornito vitto e alloggio. E’ a loro che adesso puntano gli investigatori della Polizia Locale Alto Vicentino, che dopo aver tenuto d’occhio la Valletta, si erano spostati alla stazione dei treni.

Prima di entrare in azione, avevano eseguito serate di appostamenti e appiattamenti in borghese. Sapevano che quello era diventato il punto di riferimento di molti assuntori, che se volevano trovare la droga, potevano recarsi nei bagni e acquistare per dieci euro una dose di polvere bianca. Ore e ore di servizi di osservazione in quel punto, indicato da chi, nei giorni scorsi, aveva fornito agli agenti la ‘soffiata’ giusta.

Secondo quanto trapela dalle indagini, per non destare sospetti, gli spacciatori cambiavano ogni sera. Erano molto prudenti nel darsi appuntamento con i clienti, quasi sempre al telefono, utilizzando frasi brevi, mai esplicite. Dopo i blitz dell’inverno scorso nei parchi centrali scledensi, tra i pusher si era sparsa la voce che quelli non erano più luoghi sicuri per ‘lavorare’. Ecco perché si erano trasferiti alla stazione dove di droga ne portavano tanto quanta ne dovevano consegnare.

L’altra sera, Endurance Akhidenor è stato colto sul fatto, nonostante il suo guardarsi intorno per avere certezza che non ci fossero forze dell’ordine nei paraggi. Il piano antidroga, coordinato direttamente dal comandante Giovanni Scarpellini, ha funzionato alla perfezione, dato che è stato possibile arrestare il pusher e spedirlo in carcere dopo la condanna per direttissima a sei mesi.

E’ stato possibile perché il nigeriano è stato sorpreso in flagranza di spaccio, perché,  come prevede la legge, la detenzione non fa scaturire l’arresto se si tratta di modiche quantità, che solitamente vengono giustificate con l’uso personale. Stavolta, il pusher è stato incastrato durante la cessione,  con i 20 euro addosso e con la confessione dell’acquirente, che ha dichiarato l’acquisto della cocaina.

N.B.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia