RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il CoVeSaP (Coordinamento Veneto Sanità Pubblica) desidera intervenire sul dibattito in corso in questi giorni riguardante la fuga dei medici dal Servizio Sanitario Regionale del Veneto.
Da anni ormai i 15 Comitati di Cittadini riuniti in CoVeSaP denunciano le carenze di tutto il personale che opera nel SSR, ed in particolare dei medici. Lo fanno sulla base delle esperienze vissute realmente da chi dei servizi pubblici ha assoluta necessità e non trova le risposte adeguate.
Per i Comitati la situazione era grave ed era stata denunciata anche prima della pandemia, osservando il sistema sanitario che vacillava a causa di errate programmazioni, tagli alla spesa e riforme che stavano penalizzando gli ospedali periferici e bloccando lo sviluppo della medicina territoriale. Invece, il peggio doveva ancor venire e si è evidenziato quando lo scarso personale pubblico è stato quasi interamente dedicato al Covid, rallentando o sospendendo le consuete attività di prevenzione, cura e riabilitazione.
Adesso si sta compiendo quello che era largamente prevedibile: gli Operatori, stanchi e stressati dopo 2 anni di durissimo lavoro e senza vedere una prospettiva di miglioramento, lasciano e se ne vanno, spesso verso quel privato che è stato alimentato da scelte gestionali passate, attuali e, temiamo, anche future.
In questo quadro di grande difficoltà, appare preoccupante la nota del Presidente Zaia che afferma che il saldo tra chi esce e chi entra è positivo, essendo attualmente i medici in servizio 85 in più rispetto al 2019. Come ricorda il dottor Giovanni Leoni della CIMO, poiché nel 2019 ne mancavano 1295, attualmente ne mancano “solo” 1210.
Non è davvero poco, considerando che quelli rimasti devono coprire le assenze, ed è logico che questo sforzo non possa durare a lungo. Tra quelli che se ne vanno, oltretutto, ci sono le eccellenze del nostro SSR, maturate in anni di esperienza e non certo rimpiazziabili senza perdite gravi di qualità.
Altri dati significativi sono quelli da poco pubblicati da AGENAS: essi confermano chiaramente che il Veneto spende meno di altre regioni per il personale dipendente. Una scelta questa non obbligata.
Il 9 aprile, a Padova, 3000 persone hanno manifestato a favore della sanità pubblica, chiedendo tra le prime cose “un Piano straordinario di assunzione di personale a tempo indeterminato”.
Senza le risorse umane non ci possono essere le risposte che i cittadini cercano: esortiamo quindi la regione a formare, assumere e soprattutto a far restare nel SSR i professionisti che servono, medici ma anche altri, garantendo loro quelle condizioni (anche economiche, ma non solo) che danno senso al loro operato.
Coordinamento Veneto Sanità Pubblica