Il 26 gennaio 2024 è stato un giorno di festa per la comunità ciclistica e per la città di Schio. Marcello Bagattin, il celebre ciclista nonagenario, ha raggiunto un traguardo straordinario, compiendo novanta anni di vita dedicati all’amore per la bicicletta. La sua storia, avvincente e ricca di emozioni, è un inno alla passione e alla perseveranza.

Fin dall’età di soli 5 anni, quando ricevette in regalo la sua prima bicicletta, Marcello ha pedalato attraverso gli anni, attraversando epoche e scoprendo il mondo su due ruote. Il suo amore per la bicicletta lo ha portato a percorrere più di un milione di chilometri in Italia e all’estero. Un traguardo notevole che ha toccato il cuore di tutti coloro che amano la libertà e l’avventura che solo la bicicletta può offrire.

Marcello Bagattin, purtroppo, ha dovuto interrompere le sue pedalate solo due anni fa, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19. Tuttavia, la sua storia rimane viva nei cuori di coloro che hanno avuto il privilegio di condividere la strada con lui.

“Abbiamo attraversato regioni spettacolari, dalla bellezza mozzafiato. Tutte le nostre belle montagne nel Veneto, l’Altopiano, il Trentino, con le sue montagne imponenti, la Sicilia, ricca di tradizioni e paesaggi unici, la Sardegna, l’Alto Adige con i suoi passi dolomitici. Ogni luogo ha una sua storia, e la bicicletta mi ha permesso di vivere quelle storie in prima persona.” ha dichiarato Bagattin. Una condivisione la sua di alcuni dei suoi ricordi più indimenticabili delle numerose tappe ciclistiche intraprese durante la sua lunga carriera.

“Negli anni ho fatto tanta attività sportiva, ho cominciato a correre in maniera costante in bicicletta da giovane. Dopo il servizio militare, insieme ad altri amici, abbiamo fondato un gruppo di cicloturisti con i quali ci siamo dati da fare per girare tutta Italia. La Federazione ciclistica a quei tempi aveva fatto una grossa attività di promozione, li frequentavo e ci chiamavano gli alpini, per il Gran Fondo, abbiamo girato la tre o quattro volte la Sicilia, poi la Sardegna, l’Aldo Adige almeno una decina di volte, il tutto organizzato sempre dalla società. In Toscana ho partecipato all’Eroica a Gaiole in Chianti, ci sono stato otto volte. Poi ancora il giro della Lombardia. Sempre in giro, per tutti questi anni. Eravamo un gruppo molto affiatato, ci allenavamo due-tre volte alla settimana e la domenica giravamo per scoprire posti nuovi, abbiamo girato davvero dappertutto. Abbiamo partecipato a raduni in tutta Italia, al Gran Fondo la manifestazione richiedeva un minimo di 200km da fare. Diverse attività varie, piccole e grandi, sempre insieme al mio gruppo. Siamo poi arrivati ad un certo punto in cui ci siamo ritrovati ad essere sempre meno, sono rimasti i più vecchi e gli altri non c’erano più. E a mano a mano è iniziato a mancare il tutto.”

Marcello non si limitava a pedalare per raggiungere mete prestabilite; il viaggio era per lui un’avventura continua, ricca di aneddoti e incontri. ” Negli anni ’80, ’90 e 2000 facevamo anche 15-20 mila km all’anno, oltre a trovare il tempo per allenarci. Siamo andati in Francia, in Svizzera,al Lago di Garda, in compagnia degli iscritti dei Villaggi Blu ci mettevamo d’accordo per andare con le corriere. In Sicilia ad esempio mi è piaciuto tantissimo, ho fatto tre giri dell’isola negli anni ’90-2000, siamo andati anche sull’ Etna. C’era un vigile, Antonio Cannata, che era appassionato di ciclismo il quale ha messo in piedi una società a Piovene. Aveva creato un gemellaggio con la città di Vittoria a Ragusa. Ogni anno, per diversi anni, c’era la tradizione di trovarsi a Vittoria. Con una corriera arrivavamo fino a Genova e poi prendevamo la nave che ci portava in Sicilia. Con il treno era troppo lunga. Ricordo che una volta ci sono stati dei problemi e siamo andati quindi in Sardegna. Ne abbiamo approfittato per fare tre-quattro giri anche lì. Eravamo un bel gruppo di circa 90 persone, con un servizio spettacolare: avevamo il pullman sempre dietro che ci seguiva. Ad ogni tappa c’era il pullman.”

Nelle tappe del suo viaggio ciclistico, Marcello ha attraversato boschi, montagne, e ha sfidato persino i treni. “Il viaggio che porto nel cuore è stato quello di girare l’Altopiano di Asiago. Fra tutte ricordo con affetto la ‘Vaca Mora’. Una volta, per andare da Schio ad Asiago, c’era un tratto ferroviario che chiamavano la ‘Vaca Mora’, partiva da Cogollo e portava ad Asiago. A Schio c’è lo Story Club di appassionati di moto, e uno degli appassionati anni fa ha deciso di fare la rievocazione della ‘Vaca Mora’, ma in bicicletta. La prima volta è stata fatta a Schio, dalla seconda in poi è stata trasferita a Tresche Conca e così abbiamo girato tutto l’Altopiano. Il treno passava in mezzo ai boschi per diversi km. Tante volte facevamo la sfida, aspettavamo che il treno arrivasse alla stazione di Mosson e quando partiva lo seguivamo in bicicletta per vedere chi arrivava per primo al primo casello, che era quello di Tresche Conca.”

Il ciclismo, per Marcello, va oltre lo sport; è una fonte di gioia, avventura e condivisione. “Andare in bicicletta è qualcosa di indescrivibile. È la felicità dell’avventura, dello stare insieme, l’aver scalato una montagna otto volte, passi dolomitici fatti un numero infinito di volte. È uno stile di vita che manca sempre più ai giovani di oggi. Spero che qualcuno possa continuare questa tradizione, anche se i tempi sono cambiati”, ha sottolineato Marcello.

Tra le diverse doti di Marcello, anche la generosità e l’altruismo fanno da cornice alla sua emozionante vita. Il ciclista Gianluca Santacatterina, che un paio di anni fa ha subito un intervento al cuore per l’impianto di un pacemaker, ha condiviso sul suo profilo Instagram un momento emozionante. Dopo aver letto il libro “Pedala con il cuore” di Santacatterina ricevuto in regalo, Marcello Bagattin, appassionatosi della sua storia, ha deciso di donargli una magnifica bicicletta degli anni ’60. I due si sono poi finalmente incontrati il 29 gennaio 2024: “A novembre 2023 ha chiesto di conoscermi. – ha raccontato Santacatterina – Sono andato da lui ‘volando’, rimanendo poi basito per l’infinità di storie, aneddoti e materiale che ha gentilmente condiviso con me. Il signor Marcello, oltre ad essere appunto un ciclista incredibile, è una persona perbene, dotato di grande generosità a tal punto che ha deciso di donarmi questa meravigliosa Cicli Liotto degli anni ‘60. Vi rendete conto? Ha deciso di donarmela!!! Ho dovuto fare qualche centinaio di metri di dislivello in bici per smaltire e reggere l’emozione. Momento emozionante che ha messo a dura prova il mio cuore di latta. Non sapevo come ricambiare questa incredibile gentilezza e l’unica cosa che ho potuto fare è stata coinvolgere l’Assessore allo Sport del Comune di Schio, Aldo Munarini e Pierangelo Liotto, della omonima azienda che ha prodotto una cinquantina d’anni fa questa meravigliosa bicicletta, che ho deciso di chiamare ‘arancia meccanica’. Grazie Aldo, grazie Pierangelo, grazie Paola e grazie soprattutto al signor Marcello: non riuscirò sicuramente a percorrere tutti i tuoi chilometri, ma ti assicuro che questa bici già è per me ‘piezzecore’. Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno fa ‘allontanarsi dalle persone negative e pessimiste ti permette di incontrare le belle persone e le situazioni che fanno bene al cuore’.”

Marcello Bagattin, nonostante l’età, continua ad essere una figura di ispirazione per gli amanti del ciclismo. La sua storia è un inno alla passione, alla perseveranza e alla condivisione di emozioni, che attraversa non solo chilometri, ma anche generazioni.

Laura San Brunone

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