Il Comune di Schio è finito in tribunale trascinato da un richiedente asilo a cui era stata negata la residenza ma il giudice, alla fine, ha dato ragione agli sportelli comunali.
La vicenda risale all’anno scorso, ma l’epilogo è arrivato in questi giorni, con grande soddisfazione di chi, per aver negato la residenza a quel profugo che risiedeva in città da 3 mesi, se ne era sentito dire di tutti i colori, dal razzista al barbaro, dall’intollerante al ‘fascista’.
Dopo il ministero, che aveva già dato ragione al Comune di Schio, ora è la volta del tribunale, che ha accertato che quell’uomo, che aveva dichiarato di essere residente a Schio, in realtà aveva già cambiato città.
“E’ la prova di quello che ho sempre sostenuto – ha spiegato il sindaco Valter Orsi – Ci sono chissà quanti richiedenti asilo che hanno sfruttato la possibilità di chiedere la residenza dopo soli 3 mesi di domicilio, finendo così in carico ai Comuni. Lo avevo denunciato fin da subito che questo sarebbe stato un grave problema per le casse comunali e i servizi sociali, che si sarebbero trovati in carico tutte queste persone. Per fortuna il ‘decreto sicurezza’ ha abolito i 3 mesi di domicilio per richiedere la residenza. Nel caso specifico di Schio, il tribunale ha accertato che quell’uomo già non era più domiciliato nel nostro territorio e in pratica ha dimostrato la mia tesi. Sono molto soddisfatto dell’operatività dei nostri uffici – ha concluso Orsi – ed esprimo parere favorevole al decreto sicurezza, che ha fatto chiarezza con chi se ne approfitta delle ‘maglie larghe’ del sistema”.
di Redazione Altovicentinonline