C’è anche Luciano Zerbaro, ex sindaco di Thiene ed ex  assessore di Sarcedo e figura politica di primo piano nell’Alto Vicentino, tra i sette manager finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Verona su appalti truccati per oltre un miliardo di euro nelle forniture di energia elettrica e gas forniti agli enti pubblici.

Al centro delle indagini Cev (Consorzio Energia Veneto), che si autocelebrava definendosi ‘il più grande gruppo d’acquisto d’Italia e le due società, Global Service e Global Power, che risultano vincitrici degli appalti truccati.

Componente del collegio sindacale della Global Service e con un ruolo anche al Cev, Zerbaro è finito agli arresti domiciliari con altri sei dirigenti, che avrebbero dovuto assicurare agli enti pubblici associati forniture di energia e gas a prezzo di favore e invece sono risultati essere i primi a guadagnare dall’affare.

A scoprire il malaffare, la Guardia di Finanza di Verona, che ha disposto sei misure cautelari contestando i reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e del procedimento di scelta del contraente e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale.

La truffa ha penalizzato oltre mille enti, soprattutto piccoli comuni che, nella convinzione di poter risparmiare sulle bollette, avevano scelto con fiducia il Cev, che oltre a garantire l’acquisto di gas ed energia si occupa della messa in efficienza di edifici e impianti di illuminazione pubblica e generazione di calore.

Con Zerbaro sono finiti agli arresti anche Gaetano Zoccatelli, presidente di Global Service e Global Power, il commercialista vicentino Marco Libanora, gli avvocati veronesi Francesco Monici e Alessio Righetti,  Flavio Bertoldi di Udine, consigliere del Cev e commissario nelle gare d’appalto e Luca Riboli, commissario nelle tre gare d’appalto che hanno portato le Fiamme Gialle a ‘volerci vedere chiaro’ nell’indagine Operazione Aurora, del Nucleo di Polizia Tributaria.

I reati contestati a Zerbaro e agli altri manager  – come riportato dall’Ansa – sono associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e del procedimento di scelta del contraente e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

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