Un cucciolo di capriolo è stato avvistato da solo, disorientato e in evidente difficoltà nei pressi di un’abitazione a Isola Vicentina. Il video, pubblicato dall’esperto di fauna selvatica Massimo Nicolussi, ha immediatamente sollevato l’attenzione e suscitato preoccupazione. “Non è normale che i piccoli di capriolo vaghino da soli senza meta o, peggio ancora, ci seguano”, spiega Nicolussi.
“Nel secondo caso possono essere talvolta cuccioli sani che sono stati presi e manipolati erroneamente per un po’: una volta avuto il contatto con l’uomo, istintivamente lo seguono, quasi fosse la loro madre. Se invece si muovono in modo incerto, senza meta, avvicinandosi alle abitazioni, allora significa che c’è qualcosa che non va e il riposizionamento porterebbe a morte sicura: potrebbero essere orfani ormai molto indeboliti e affamati o avere una patologia”. Il piccolo è stato sottoposto a visita e la diagnosi è stata allarmante: presentava larve di mosca carnaria penetrate sotto la cute del capo, parassiti in grado di nutrirsi di tessuti in putrefazione ma anche di carne viva. “Le mosche carnarie vengono spesso attirate dalle ferite, ma anche da sostanze organiche in putrefazione. La madre, di norma, pulisce il piccolo lambendolo, ma se si tratta di una giovane primipara, inesperta, può accadere che lasci tracce di latte sul capo del cucciolo. Quest’ultimo, infatti, nel tentativo di stimolare la secrezione del latte cozzando contro le mammelle, può facilmente sporcarsi. E una volta finita la poppata, resta immobile tra l’erba per non attirare i predatori, senza nemmeno tentare di scacciare le mosche con i movimenti del capo o delle orecchie”. Tra le ipotesi meno probabili, ma comunque plausibili, anche una ferita infetta causata da un reticolato, da un ostacolo tagliente o da una caduta. Un caso, questo di Asiago, che porta alla luce l’estrema vulnerabilità dei cuccioli di fauna selvatica e la pericolosità di alcuni comportamenti umani in apparenza innocui. Riportare nel bosco un cucciolo apparentemente abbandonato può condannarlo a morte. La segnalazione immediata a un centro di recupero della fauna selvatica – come quello di Treviso, Verona o di Montecchio Precalcino, che spesso operano anche nella zona dell’Altopiano – è spesso l’unica strada per salvare queste creature.
Il video che gira sui social, ha già commosso e fatto riflettere migliaia di persone. Ma la domanda resta aperta: sappiamo davvero come comportarci quando la natura, nel silenzio, ci chiede aiuto?
Aggiornamento. Si specifica che il capriolo è stato ritrovato nel comune di Isola e non ad Asiago come erroneamente scritto in precedenza. Il video pubblicato dal veterinario Massimo Nicolussi lo ha girato la persona che ha rinvenuto l’animale.
