“L’atteggiamento dei medici che non vogliono fare il vaccino AstraZeneca è da ‘snob’. Se non avessi fatto il vaccino Pfizer avrei fatto AstraZeneca pur sapendo che questo vaccino risulta meno efficace”. Lo ha detto il direttore di Malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ospite del programma ‘Il mio medico’ su Tv2000.
“Lockdown totale? Le nuove varianti– ha sottolineato il prof. Galli- portano sicuramente più infezioni e più problemi. E purtroppo la conclusione non può che essere la soluzione paventata dal prof. Ricciardi. Mi preoccupano molto le nuove varianti sono già arrivate in Italia e hanno una capacità di diffusione maggiore della variante principale che imperversava fino adesso nel nostro Paese”. “Il sistema della divisione dell’Italia a colori– ha aggiunto Galli- non sta funzionando. E la prova è nei fatti”.
Pregliasco: ‘Ha ragione Ricciardi, serve lockdown totale’
La riapertura degli impianti sciistici? “E’ stata improvvida la tempistica dello stop, perché era un po’ che si sapeva, ma la decisione è stata giusta. Forse la comunicazione tra regioni è stata poco efficace a causa del passaggio di governo tra Conte e Draghi”. Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il virologo dell’ospedale Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco.
E’ d’accordo con la richiesta di lockdown totale avanzata da Walter Ricciardi? “E’ quello che ha maggiore efficacia, Ricciardi ha ragione ma mi rendo conto che c’è una rabbia sociale di chi è in sofferenza da mesi. D’altra parte i dati sono in peggioramento, in Lombardia con la variante inglese pare siamo al 30% dei casi, la situazione va affrontata con attenzione”.
Per lockdown totale si intende una chiusura come quella di mesi fa a Codogno. Ma la situazione è davvero così critica? “Sì, 400 casi di morte al giorno non è poco, fanno ritornare in mente la prima fase della pandemia”. C’è dunque il rischio di ‘pagare’ la zona gialla? “Si, e lo vedremo entro tre settimane”.
Se non ci fosse la zona rossa lei richiuderebbe le scuole? “E’ dura, sono scelte dolorose. Vediamo passo passo, è chiaro che ogni giorno è un rischio che aumenta ma è anche una difficoltà politica non da poco”, ha concluso a Rai Radio1 Pregliasco.
Bassetti: ‘Si doveva pensare prima alle varianti’
“ Le misure da rafforzare dovevano essere messe in campo anche prima – dichiara Bassetti – le varianti andavano contenute tre mesi fa, con lo studio e il sequenziamento. Quanti sono i laboratori che lavorano su questo? Pochi. Quando annunciamo un lockdown bisogna ricordare cosa è stato lo scorso anno e su quali basi lo abbiamo attivato: condizioni totalmente diverse rispetto ad oggi. In questo momento abbiamo Regioni in colore arancio, che già hanno misure di contenimento abbastanza stringenti. Se si vuole fare un lockdown, allora si assuma una posizione politica, ma la chiusura può avere senso in un alcuni territori non in tutti: zone bordeaux, in caso, neanche rosse, come sta avvenendo in Umbria ma non per tutte le Regioni. Se qualcuno dovesse chiedermi di far parte del Cts domani, per andare a fare la comparsa direi di no. Se invece si vuol cambiare qualcosa sarebbe diverso, ma cambi di passo rispetto al governo precedente mi sembra non vi siano. Incido molto di più nell’ospedale dove lavoro”.
E rispetto al blocco degli impianti sciistici, Bassetti è molto chiaro: “La situazione che ha portato a bloccare tutto qualche ora fa la conoscevamo da giorni, non c’era bisogno di arrivare all’ultimo miglio”.