Il tam tam sui social su presunti episodi di molestie sessuali durante l’Adunata nazionale degli Alpini a Rimini non si è concretizzato in nessuna denuncia formale. Lo fa sapere l’Associazione nazionale Alpini in una nota, in cui “prende ovviamente le distanze, stigmatizzandoli, dai comportamenti incivili segnalati, che certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e porta avanti”. Tuttavia, al tempo stesso l’Ana sottolinea che, dopo gli opportuni accertamenti, non risulta presentata alle Forze dell’ordine alcuna denuncia.

“EPISODI DI MALEDUCAZIONE QUASI FISIOLOGICI”

Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone, argomenta l’Ana, è “quasi fisiologico” che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però “non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata“. Messaggi, rimarcano gli Alpini, “emersi in tutta la loro essenza sugli striscioni portati in sfilata domenica”, con oltre 75mila penne nere provenienti da tutto il mondo a sfilare sul lungomare.

“GIOVANI NON ALPINI APPROFITTANO DELLA SITUAZIONE”

L’Ana ricorda inoltre che ci sono “centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione” e si mescolano alla festa con un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella “taroccato”. La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, ancora, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni, “quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini”. Ecco perché, conclude l’Ana, si ritiene “ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione. Gli alpini in congedo sono quelli che hanno scritto e continuano a scrivere pagine intense di sacrificio, amore e solidarietà”.

GUERINI: “EPISODI GRAVISSIMI CHE NON VANNO SOTTOVALUTATI”

Per quel che riguarda quanto avvenuto nel corso dell’adunata degli Alpini di Rimini “i comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi“. Così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in una nota. Per il ministro, si tratta di “episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all’opposto dei valori degli Alpini – rimarca Guerini – e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni”.

“È sbagliato fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni”, conclude il ministro della Difesa.

LE DENUNCE DI ‘NON UNA DI MENO’

Il caso è emerso dopo che il collettivo ‘Non una di meno‘ ha raccolto le testimonianze delle donne presenti a Rimini nei giorni dell’Adunata. “Abbiamo iniziato a raccogliere e condividere le loro testimonianze e la risposta è stata altissima, tanto quanto sconvolgente per il numero e l’intensità delle molestie ricevute“.

Secondo le attiviste, si è trattato di “fischi, cat-calling, minacce e vere e proprie molestie hanno colpito diverse persone colpevoli solo di voler vivere la propria città. Molestie mascherate da goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto”.

Poi la critica di ‘Non una di meno’ al Comune di Rimini che ha ospitato l’Adunata: “Abbiamo interrogato l’amministrazione pubblica nella speranza di ricevere una risposta decisa, di sentirci ascoltate e credute ma non abbiamo ricevuto altro che un banale ‘abbiamo avvertito gli organizzatori’, ‘si tratta di poche mele marce’, ‘bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare’ o nel peggiore dei casi il solito triste silenzio”.

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