Nel 2020 calo generalizzato della spesa in cultura per tutte le regioni d’Italia, anche se è il Sud a risentire di più degli effetti della pandemia sul settore della cultura. A stupire, però, non sono solo le regioni del Mezzogiorno come Basilicata, Sicilia, Puglia, Sardegna, ma anche le percentuali di due regioni da sempre considerate forti, come il Veneto e la Toscana, che hanno registrato cali rispettivamente del 33% e del 32%, a fronte comunque di valori di diminuzione della spesa mediamente superiori al 25%. A dirlo è Federculture nel suo 17esimo Rapporto annuale ‘Impresa cultura. Progettare e ripartire’, illustrato oggi a Palazzo Massimo, a Roma, alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini, di Stephane Verger, direttore Museo Nazionale Romano, di Andrea Cancellato, presidente Federculture, di Daniela Picconi, vicepresidente Federculture, di Andrea Abodi, presidente Istituto per il Credito Sportivo, e di Umberto Croppi, direttore Federculture. Lo studio riporta la spesa media mensile delle famiglie per regione, evidenziando una media nazionale del 4% trainata soprattutto dall’Emilia-Romagna, che guida la classifica con il 5,1%, seguita dal Friuli Venezia Giulia e dall’Umbria, entrambe al 4,9%. Bene anche il Trentino Alto Adige con il 4,7%, la Lombardia è al 4,3% e la Toscana al 4,3%, seguita dal Piemonte (4,2%), la Valle d’Aosta e il Veneto con il 4,1%. Il Lazio risulta in linea con la media nazionale con il 4%, la Liguria al 3,9% e l’Abruzzo al 3,7%. La parte bassa della classifica è formata principalmente dalle regioni del Sud, con la Sardegna e la Campania al 3,4%, il Molise e le Marche, unica eccezione, rispettivamente al 3,3 e al 3,2%, e mentre la Sicilia si ferma al 2,8%, seguita da Calabria (2,7%), Basilicata al 2,5% e infine la Puglia, che chiude con il 2,5%.
agenzia Dire