di Mattia Cecchini

Due proposte per correggere i criteri che diranno se un Comune potrà dirsi montano oppure no. La prima: un “allargamento dell’elenco e dunque cambiando le percentuali di territorio e le soglie minime di altitudine”. La seconda: ciascuna regione deve avere come tempo 30 giorni “per rivedere gli elenchi iniziali, super criticati, e aggiornare su base regionale i parametri di altitudine e pendenza”. È la “correzione intelligente” che propone Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, Unione dei Comuni, Enti e Comunità montane.

I TRE CRITERI NEL ‘MIRINO’

Sul tavolo al momento ci sono tre criteri per ridefinire i Comuni montani. Il primo stabilisce che un Comune, per essere montano, deve avere il 25% di superficie sopra i 600 metri e il 30% di superficie con almeno un 20% di pendenza. In alternativa, un secondo criterio stabilisce che si può ritenere Comune montano quel territorio con altimetria media superiore ai 500 metri. Infine, “per evitare paradossi territoriali e favorire l’inclusione, un terzo criterio prevede un’altimetria media più bassa ma che consenta di considerare montani anche quei Comuni che risultano ‘interclusi’, ovvero interamente circondato da Comuni che rispettano uno dei primi due criteri”.

IL RISCHIO DI INCOSTITUZIONALITÀ

Sono parametri che hanno fatto insorgere molti territori, specie dell’Appennino, e l’Uncem ha chiesto più volte di non aprire uno scontro frontale. Con le due proposte, quindi, si tenta di “evitare che si vada verso un rischio di ricorsi alla Corte costituzionale, stando la materia montagna e dunque anche la classificazione, in capo alle Regioni come stabilito da diverse sentenze della Corte costituzionale di una quindicina di anni fa”, evidenzia Bussone in una nota. “Il riparto delle risorse che spettano alle Regioni si può benissimo fare con i parametri usati nel 2023 e nel 2024, senza per forza dover aspettare la nuova classificazione.

IL GIALLO DI ‘ROMA MONTANA’

Preciso inoltre che Roma, secondo alcuni da sempre considerata montana nella classificazione storica che ora si vuole modificare, non mi risulta compaia nell’elenco dei Comuni montani presente sul sito del Governo, Dipartimento per gli Affari e le Autonomie”, conclude Bussone.

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