Sono quattro i ministri veneti che affiancheranno Mario Draghi nell’impegnativo compito di salvare l’Italia, rimettendola in sesto non solo per quanto riguarda il comparto economico ma restituendole valore e riconoscimento a livello europeo e mondiale.
Da Vicenza torna a ricoprire un ruolo di primo piano nel governo la leghista Erika Stefani, ex ministro agli Affari Regionali, che questa volta gestirà senza portafoglio il dicastero delle Disabilità, un ministero creato ad hoc nel primo governo giallo-verde.
Torna anche il veneziano Renato Brunetta, esponente di Forza Italia, che si riprende la Pubblica Amministrazione dopo esserne stato il titolare nel 2008, quando si fece conoscere per il grande rigore sul tempo di lavoro e le assenze dei dipendenti pubblici.
Da Belluno arriva anche Federico D’Incà, ministro del Movimento 5 Stelle, a cui il premier Draghi ha conferito l’incarico di titolare dei Rapporti con il Parlamento.
Infine, originario anche lui di Belluno, è Daniele Franco, il continuum di Mario Draghi, che gestirà il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sono i quattro veneti di una squadra di 23 ministri: Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento, Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica, Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione, Maria Stella Gelmini agli Affari Regionali, Mara Carfagna alle Politiche per il Sud, Elena Bonetti alle Pari Opportunità, Erika Stefani alle Disabilità, Fabiana Dadone alle Politiche Giovanili, Massimo Graravaglia al Turismo, Luigi Di Maio agli Esteri, Luciana Lamorgese all’Interno, Marta Cartabia alla Giustizia, Daniele Franco all’Economia, Lorenzo Guerini alla Difesa, Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli all’Agricoltura, Roberto Cingolani alla Transizione Ecologica, Enrico Giovannini alle Infrastrutture, Andrea Orlando al Lavoro, Patrizio Bianchi all’Istruzione, Dario Franceschini alla Cultura, Roberto Speranza alla Salute e Roberto Garofoli Sottosegretario alla presidenza del Consiglio.