‘Salvare un albero per salvare la montagna’. Il progetto per far tornare in vita le montagne venete, che hanno subito una feroce devastazione a causa del maltempo, è stato lanciato da Coldiretti, i cui esponenti vicentini, il presidente Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù, hanno spiegato: “Con oltre un milione di metri cubi di legname danneggiato, ci troviamo di fronte ad un’emergenza ambientale importante, alla quale dobbiamo porre rimedio con un progetto attento di ripristino, per far sì che il territorio possa ritornare allo splendore di qualche settimana fa e, soprattutto, vengano ridotti i danni all’indotto”.

Da qui il progetto di ripristino ambientale. “L’economia montana si regge in gran parte sul turismo, fatto anche di malghe ed attività agricole, spesso di piccoli produttori, che a fatica continuano a presidiare il territorio – continuano Cerantola e Palù – Un treno si è abbattuto sui nostri boschi – commentano uniti gli agricoltori ed allevatori dell’Altopiano di Asiago, così come di Enego e delle aree limitrofe – ed ha distrutto ogni cosa, radendo al suono gli abeti come fossero dei birilli. È stato deturpato irreparabilmente un territorio che ci contraddistingueva non solo in Veneto o a livello nazionale, ma in tutta Europa, quale Altopiano tra i più estesi. Occorre intervenire con azioni concrete rapide nei territori più colpiti, altrimenti oltre al venir meno degli alberi anche gli imprenditori, giocoforza abbandoneranno queste aree”.

Al danno ambientale si aggiungono ora la difficoltà di operare nelle queste zone ed il pericolo di ulteriori piogge, di smottamenti e frane. “In queste occasioni ci rendiamo conto di quanto sia importante l’intervento di salvaguardia dei corsi d’acqua, per le aree montane, ma anche per la pianura, dove inevitabilmente scariche enormi di acqua si riversano in occasione delle precipitazioni alle quali siamo stati abituati negli ultimi anni – aggiungono Cerantola e Palù – Ripristinare gli argini e lavorare costantemente sulla pulizia dei corsi d’acqua, quindi, è un’azione fondamentale e da effettuare con costanza presidiando il territorio. Ripristinare un territorio così vasto in meno di un anno è un’impresa decisamente complessa, se non ardua, ma ci proveremo. Saremo presenti ed attenti nel vigilare le attività dei soggetti competenti e daremo il nostro apporto, per quanto possibile, perché dobbiamo ridurre al minimo il rischio che non siano praticabili le maghe il prossimo anno. Questa attività è troppo importante per la sopravvivenza delle imprese agricole ed allevatoriali, ma in particolare per l’economia montana ed il presidio del territorio”.

Coldiretti Vicenza lancia quindi una proposta forte alle amministrazioni comunali interessate, ma non soltanto, affinché si facciano parte attiva condividendo il progetto ‘Salviamo un albero per salvare la montagna’. Ed in merito Cerantola e Palù concludono: “Intendiamo essere in prima linea in un processo di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali, che porti ad effetti concreti, anche attraverso le scuole. Ad ogni ragazzino, infatti, potrebbe essere data la possibilità di piantare un albero con il proprio nome. Il bosco rinascerà e crescerà, quindi, assieme ai piccoli di oggi, che saranno giovani ed adulti e potranno continuare ad osservare un territorio in buono stato e ricco di potenzialità. Ci faremo parte attiva anche nell’incentivare la nascita di Consorzi ad hoc per la gestione del legno”.

A.B.

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