di Serena Tropea ed Erika Primavera

ROMA – Le polemiche non mancano anche nella serata finale Festival di Sanremo 2024. Ieri sera ad alzare il polverone è stato ancora una volta il cantante di origini tunisine Ghali che, al suo primo debutto sul palco dell’Ariston con “Casa Mia” è arrivato al quarto posto. Il brano, nato in collaborazione con Michelangelo, produttore di fiducia di Blanco, è un dialogo tra l’artista e un extraterrestre, il quale gli fa notare quanto sia bello il pianeta Terra nonostante tutte le tragedie del mondo. “Sto leggendo in rete appelli e commenti rispetto al testo della mia canzone. Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio di pace– scrive Ghali già criticato nelle prima serata del Festival- non ho né il ruolo né l’ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull’irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga”. Il riferimento è ovviamente alla guerra che si sta tragicamente svolgendo nella striscia di Gaza.

E Ghali, che nel testo non fa nessuna citazione diretta, sottolinea: “Non si può fare finta di nulla: è necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Il mio paese è l’Italia, e voglio essere fiero del mio paese”. Ieri sera, anche in occasione dell’ultima esibizione sul palco il cantante milanese ha detto: “Stop al genocidio” che ha subito scatenato le polemiche tra i sostenitori di Israele che in quelle parole hanno visto un sostegno ad Hamas e alla strage del 7 ottobre 2023. Moltissime, invece, le parole di supporto a Ghali che questa mattina ha postato un video in cui, visibilmente commosso, ringrazia tutti i suoi sostenitori.

AMBASCIATORE ISRAELE: “VERGOGNOSO SFRUTTARE PALCO PER DIFFONDERE ODIO”

“Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”. Così Alon Bar, Ambasciatore d’Israele in Italia e San Marino su X.

LA REPLICA DEL RAPPER ALL’AMBASCIATORE

“Non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che l’ambasciatore abbia risposto in questo modo. C’erano tante cose da dire”. Così il rapper Ghali replica all’ambasciatore di Israele, Alon Bar.
Ospite di Domenica In, Ghali è stato interpellato in merito e ha aggiunto: “E per cosa dovrei usare questo palco? Io sono un musicista e ho sempre parlato di questo da quando sono bambino. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti già da un po’. Continua questa politica del terrore e la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio, le persone sentono che perdono qualcosa se dicono viva la pace. E’ assurdo e non deve succedere questo. L’Italia porta valori completamente opposti”.

GASPARRI: “VERTICI RAI SI SCUSINO CON AUTORITÀ ISRAELE”

“Leggo con tristezza l’intervento sui social dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che giustamente depreca alcune affermazioni fatte al Festival di Sanremo, che secondo lui sono servite ‘a diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile’. L’ambasciatore ricorda che ‘nella strage del 7 ottobre tra le 1200 vittime c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso di un evento musicale’. La Rai ha perso un’altra occasione. Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà. Rinnovo la mia solidarietà all’Ambasciatore Bar ed al popolo di Israele che il 7 ottobre ha subito un’aggressione paragonabile alle persecuzioni della Shoah”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri componente della Commissione di Vigilanza Rai.

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