Il rallentamento della crescita, iniziata nel 2022, non ha cambiato verso nemmeno nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso. Si sta evidentemente esaurendo l’onda lunga del rimbalzo post-covid e quindi ora vanno ricercate nuove strade di crescita che, in realtà, le aziende stanno già percorrendo. I timori di recessione grave sembrano allontanarsi, ma solo a livello complessivo. Rimangono settori che vanno molto bene affiancati ad altri che stanno vivendo un perdurante periodo di difficoltà. E certe assurde posizioni prese a livello europeo e internazionale, penso al bando benzina e diesel per l’automotive e la corsa al rialzo indiscriminato dei tassi da parte di FED e BCE, di certo non aiutano le aziende ad investire per cavalcare questo nuovo cambiamento”, la presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia commenta così i dati dell’indagine congiunturale degli Industriali berici relativa al quarto trimestre 2022. “Un eventuale rallentamento o ritardo degli investimenti privati – aggiunge – è però assolutamente da scongiurare perché toglierebbe competitività all’intero sistema Paese in favore dei nostri competitor esteri. Chiediamo al Governo di intervenire con urgenza sul sostegno agli investimenti industriali, come fu il Piano Italia 4.0, perché far ripartire la crescita può diventare difficilissimo se si aspetta troppo”.

PRODUZIONE

La 158° indagine congiunturale condotta da Confindustria Vicenza rileva un leggero aumento della produzione dello 0,7% rispetto al 4° trimestre 2021.

La crescita dei livelli produttivi è però in costante rallentamento ogni trimestre (+8,9% nel primo trimestre 2022, +7,3 nel secondo, +3,9% nel terzo, +0,7% nel quarto), in particolare se messa a confronto con il 2021, anno in cui si è registrata un’intensa fase espansiva della produzione a seguito della battuta d’arresto causata dall’emergenza sanitaria. Il contesto economico continua a risentire degli effetti dell’inflazione con il conseguente peggioramento delle condizioni finanziarie e dell’incertezza derivante dall’invasione russa in Ucraina.

Tuttavia, tra luci e ombre, l’economia italiana sembrerebbe andare meglio delle attese anche se si deve notare come diminuisca la quota di imprenditori che dichiara aumenti della produzione (36%), a fronte del 33% che evidenzia invece cali produttivi (nel 3° trimestre 2022 il 42% delle aziende dichiarava aumenti, mentre il 26% dichiarava cali produttivi). Il saldo di opinione, in calo, è così pari a +3 (+16 nel 3° trimestre 2022).

Si contrae, però, di due punti percentuali il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente: 28% del totale (30% nel precedente trimestre, 22% un anno fa).

Questi numeri sono frutto anche del calo del rialzo dei prezzi delle materie prime che, però, si confermano estremamente più alti rispetto al pre-covid. La frenata ha come indiretta conseguenza anche il de-stoccaggio dei magazzini che non aiutano certo a tenere alti i livelli di produzione”, spiega la Presidente di Confindustria Vicenza.

MERCATI

Su base congiunturale, gli ordini sia sul mercato interno sia quelli provenienti dall’estero sono ancora in espansione, anche se con un’intensità minore se paragonata al 4° trimestre 2021.

Per quanto riguarda il mercato interno il fatturato segna un +3,8% rispetto al 4° trimestre 2021 (era +5,3% nel terzo trimestre 2022).

Segno positivo registrato anche dalle esportazioni con un +3,7% per l’export UE e un +7,2% per l’export EXTRA-UE (rispettivamente +5,1% e +10,3% nel trimestre precedente).

ORDINI

La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 35%, aumenta per il 31% mentre diminuisce per il 34% delle aziende (saldo, in calo, pari a -3, contro il +7 del trimestre precedente). Il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 34% dei casi.

LIQUIDITÀ E INCASSI

Si riduce leggermente la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (12%, rispetto al 16% del 3° trimestre 2022) e risulta in diminuzione la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (10% contro il 18% del trimestre precedente).

PREZZI

Continua pure nel 4° trimestre 2022 l’aumento dei prezzi delle materie prime anche se con minore intensità rispetto al trimestre precedente (+12,8%) e l’incremento ha toccato il 74% delle aziende.


Il prezzo dei
prodotti finiti segue il trend di quello delle materie prime con una crescita media del +9,6% rispetto all’ultimo trimestre 2021.

OCCUPAZIONE

Nel trimestre ottobre-dicembre 2022 regge il mercato del lavoro (il numero di occupati registra un lieve incremento pari a +0,9%).

Il 55% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 29% l’ha aumentato, mentre il 15% ha ridotto la propria forza lavoro.

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