In Italia nel 2025 fa ancora scandalo il colore della pelle. Non un comportamento, non un’irregolarità, non un errore: semplicemente la melanina. A finire nel mirino dei cosiddetti “leoni da tastiera” è Vittoria Maculan, 18 anni, veronese di nascita e triestina d’adozione, madre italiana e padre senegalese, da pochi giorni incoronata Miss Trieste 2025. Un traguardo storico: è la prima reginetta di origine mista nei 78 anni del concorso triestino. Ma invece di essere celebrata come simbolo di una città che da secoli si definisce multietnica e crocevia di popoli, Vittoria è stata bersaglio di commenti velenosi: c’è chi grida alla “triestinità tradita” e chi mette in discussione la sua appartenenza alla città per la sola ragione di avere la pelle nera.
La madre, Marianna, è intervenuta con lucidità e dolore: «Siamo amareggiate, ma sto spiegando a mia figlia che non se la deve prendere. Deve essere forte e superare tutto questo». Parole che raccontano la ferita aperta di una famiglia costretta a giustificarsi per un fatto che non dovrebbe nemmeno essere discusso. La stessa mamma ha ricordato: «Mia figlia è residente a Trieste dal 2017 e ha una sola cittadinanza, quella italiana. Ha rispettato tutti i criteri dell’organizzazione». Dietro lo schermo, invece, la solita valanga di odio gratuito. Ma altrettanto numerosi sono i messaggi di chi difende la nuova Miss e sottolinea come Trieste sia sempre stata terra di incontri, contaminazioni e scambi culturali. La domanda che resta è amara e inevitabile: davvero nel 2025 l’Italia non riesce ancora a vedere oltre la pelle? Vittoria, col suo sorriso e la sua corona, non rappresenta solo una città: rappresenta la speranza di un Paese che deve scegliere se restare prigioniero dei pregiudizi o aprirsi finalmente alla realtà.
Ndr
Ma non pare non ci sia solo il colore della pelle ad origine di stupidi commenti che vogliono fare esaltare il fatto che una miss che si è fatta valere in un concorso di bellezza non sia nata in Italia. E’ quanto deve subire una bellissima ragazza di casa nostra, Benedetta Kovacevich di Thiene, che ogni santa volta vince una fascia, viene sommersa da commenti che non sono di complimenti (per fortuna ci sono anche quelli), ma di sottolineature su un semplice cognome. Commenti che vi facciamo leggere (ne abbiamo selezionato solo una parte) e che danno l’idea di quanta ignoranza, pregiudizio e razzismo ci sia ancora nel 2025.
E se ci farete caso, molte delle cattiverie sono scritte nero su bianco da donne, madri e nonne che non hanno alcun pudore a metterci nome, cognome e faccia.
V.R.
