Una moratoria di trenta mesi per le rate dei mutui in carico agli allevamenti permetterà a molte aziende di andare avanti tirando un respiro di sollievo.

Il risultato è stato raggiunto a seguito della firma di un protocollo tra Ministero delle Politiche agricole ed Abi, che mira ad alleggerire il quadro finanziario degli allevatori. “Un’importante risposta alle nostre sollecitazioni per dare immediatamente una boccata di ossigeno e non far chiudere le aziende agricole che da troppo tempo sono costrette a lavorare con prezzi di vendita al di sotto dei costi di produzione”, hanno commentato Martino Cerantola e Roberto Palù, rispettivamente presidente e direttore provinciali di Coldiretti Vicenza.

Il mutuo per gli allevatori è un tema che sta particolarmente a cuore all’organizzazione maggiormente rappresentativa del mondo agricolo ed in un territorio numericamente ben rappresentato dagli allevatori. Allevamenti, ma non solo. Le sofferenze finanziarie, infatti, toccano tutti i settori dell’agricoltura. Spiega Coldiretti: “Con il venir meno degli accordi sul latte, il settore rischia di essere in balia delle inique offerte dell’industria, la situazione dei prezzi in campagna sta assumendo toni drammatici, con crolli che vanno dal -43% dei pomodori al -27% per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all’anno scorso. Per gli allevamenti le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) sono scese al di sotto della linea di 1,20 centesimi al chilo che non copre neanche i costi della razione alimentare cosi come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa. L’etichettatura d’origine appare fondamentale ed improcrastinabile. È importante – hanno aggiunto Cerantola e Palù – che la moratoria sia accompagnata dall’impegno sul piano comunitario per ottenere subito l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per i derivati da carne e latte come ha chiesto ora anche la Francia così da impedire che salumi e formaggi ottenuti con carne e latte stranieri siano spacciati per italiani con grave danno per consumatori ed allevatori”. In una provincia a forte vocazione lattiero-casearia, quale Vicenza, è evidente che la sofferenza degli allevamenti si fa sentire ancor di più. “L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica di Coldiretti – hanno concluso Cerantola e Palù – Con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge 204/2004, grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa, ma l’etichetta resta anonima per quasi la metà della spesa”.

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