“Un partigiano come presidente” lo aveva cantato Toto Cutugno, nella sua celebre canzone ‘L’Italiano’. Ma chi era Sandro Pertini, il Capo dello Stato a cui la giunta di centrodestra di Lucca ha negato l’intitolazione di una strada? Innanzitutto, era un antifascista. Condannato duramente durante il ventennio, restò in carcere per 14 anni. Una volta liberato, era il 1943, entrò nella Resistenza e partecipò attivamente alla liberazione dal Nazifascismo. E’ stato il primo e unico esponente del Partito Socialista a diventare presidente della Repubblica nella storia italiana, in carica dal 1978 al 1985, impresso nella memoria di molti come il più popolare tra i Capi di Stato. Merito del suo modo di fare estremamente schietto, che lo ha portato a intervenire in prima persona nella vita del Paese. Non fu un Presidente chiuso nelle stanze del Quirinale, ma un punto di riferimento fuori dagli schemi per tutti i cittadini. Celebre la sua esultanza ai Mondiali di calcio spagnoli dell’ ’82, vinti dalla’Italia.
A imprimersi nell’immaginario collettivo degli italiani, fu anche il Sandro Pertini in visita a Vermicino, quando, umanissimo, andò di persona nel luogo della tragedia del piccolo Alfredino Rampi, sei anni, precipitato in un pozzo da cui fu possibile estrarlo, ormai senza vita, dopo tre giorni di tentativi disperati. Pertini parlò direttamente con lo sfortunato bambino, tramite un microfono, e si trattenne per tutta la notte nella zona della tragedia. Dall’episodio, in cui fecero da padrone improvvisazione e mancato coordinamento, nacque la Protezione civile. L’immagine di Pertini fu consacrata come quella del Presidente vicino alla gente