l’opinione del direttore della Dire Nicola Perrone

Come volevasi dimostrare. La decisione, alla fine politica, di non far apparire in video a Sanremo il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ma di far leggere ad Amadeus un messaggio tradotto in italiano, si sta trasformando in un caso internazionale. Sin dal primo momento dell’invasione russa, col governo Draghi in carica, il nostro Paese si è subito schierato a fianco dell’indipendenza ucraina, della resistenza al fascismo di Putin. Molte volte abbiamo visto Draghi, con gli altri leader europei, faccia a faccia col presidente Zelensky. Da ieri è successo qualcosa, i rapporti col governo Meloni non sembrano più quelli di poco tempo fa. Zelensky è volato in Gran Bretagna, è stato ricevuto con tutti gli onori non solo dal premier ma pure da Re Carlo. Poi è planato a Parigi per un faccia a faccia con il presidente Macron e il cancelliere tedesco Scholz. Altro appuntamento a Bruxelles per incontrare tutti gli altri leader in gruppo.

In un primo momento doveva esserci un faccia a faccia anche con la premier Meloni ma alla fine non c’è stato. Che cosa è successo? Non ci vuole molto a risalire al ‘fattaccio’, a quanto accaduto a Sanremo.  In un primo momento Zelensky era stato invitato ad intervenire in video. Poi erano scoppiate polemiche politiche, soprattutto da parte del leader e ministro della Lega, Matteo Salvini, alla fine decisione pilatesca: niente video e lettura del messaggio. Forse molti non sanno che l’intervento in video del presidente Zelensky era pensato e rivolto soprattutto all’indirizzo del popolo russo che da sempre segue il festival di Sanremo. Sarebbe stato un momento formidabile di confronto ‘faccia a faccia’ con milioni di cittadini addirittura in lingua russa. Questa era la posta in gioco, rivolgersi al popolo russo, far capire che in Ucraina non ci sono nazisti ma un popolo che vuole essere libero e indipendente;  che la propaganda di Putin mira soltanto a tenere al potere la sua cricca metà fascista metà mafiosa e per ottenere questo se ne frega di tutto, manda al macello decine e decine di migliaia di giovani. Invece alla fine il suo messaggio in italiano è rimasto nelle nostre case, magari la propaganda russa lo ha pure tradotto facendogli dire delle assurdità vai a saperlo. Questa è una possibile spiegazione del motivo che ha spinto Zelensky a parlare solo con Gran Bretagna, Francia e Germania, a tenere fuori l’Italia giudicandola, forse, per spaccature dentro la maggioranza di governo solidale soltanto a metà con la causa ucraina. Le parole usate poi dal presidente Zelensky, che parlando dell’incontro con Francia e Germania, ha detto di aver preso accordi di cui non si può parlare, aumentano il ‘distacco’ nei confronti del nostro Paese.

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