Via libera del consiglio regionale del Veneto alla Confraternita Enogastromica. Approvata la proposta di legge n. 104 presentata nel dicembre scorso che istituirà un registro regionale per riconoscere e sostenere il ruolo socio-culturale delle associazioni enogastronomiche in Veneto.

Ad oggi nel Veneto operano una trentina di sodalizi iscritti alla Fice (federazione italiana circoli enogastronomici), alcuni riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, come ad esempio la Venerabile Confraternita del baccalà alla vicentina di Sandrigo o la Confraternita del radicchio rosso veneto di Casaleone. Con la proposta di legge varata dal consiglio regionale si punta a sostenerne l’operato, attraverso un riconoscimento istituzionale attraverso la creazione del registro regionale, promuovendo e sostenendo, senza finalità di lucro,  gli iscritti nel loro lavoro di tutela dei prodotti agroalimentari e dei piatti tipici del Veneto.

Iniziativa lodevole premiata anche dal consigliere regionale Cristina Guarda (Amp), da sempre sensibile ed impegnata nella valorizzazione dei territorio veneto e dei suoi frutti, non senza sottolineare alcune criticità al progetto: “Bene ma occorre definire i criteri di sostegno a queste realtà e i 5 mila euro che la legge aveva in previsione erano troppo pochi – commenta Guarda – Anche grazie alle mie sollecitazioni è stato stabilito il raddoppio delle risorse, in modo da poter indire un bando entro fine anno, con criteri che auspico possano essere coraggiosi e capaci di stimolare iniziative capaci di creare valore aggiunto per il territorio”.Guarda_Cristina

“Accolte quasi tutte le mie proposte di modifica, tuttavia restano da definire con maggiore incisività i criteri con i quali la Regione andrà a sostenere queste realtà, visto che il consiglio non ha voluto definirne i principi – continua dirlo la consigliera regionale – Se la Regione sceglie di sostenere specifici progetti, sarebbe importante finanziare quelle iniziative che non si fermano alla sola promozione dello specifico prodotto, ma anche della cucina tipica, della sua storia, delle tradizioni agricole o del territorio, dello sviluppo turistico, con richiami al paesaggio, all’arte, alla storia.  L’accesso al registro delle associazioni sarà riservato a chi opera da almeno due anni e all’interno del territorio veneto. E’ stata così coperta una lacuna normativa di cui che mi stupisce che la maggioranza non si sia accorta”.

 

P.V.

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