Prodotti a Km 0. Sembra uno slogan studiato ad arte per il comitato No Valdastico Nord che, infaticabile, l’altra sera era è stato ospite del centro sociale Arcadia di Schio nell’ambito del ciclo di incontri “parla come mangi” che hanno come tema l’ambiente, produzioni biologiche ed appunto anche prodotti che non devono essere trasportati per chilometri (di autostrada) in quanto prodotti in loco.

 

 

L’incontro, che ha visto relazionare l’architetto Renzo Priante, è stato l’occasione anche per leggere il nuovo opuscolo,informiamoci n° 4, che spiega le ragioni del “No” sotto l’aspetto economico.

 

L’analisi parte dal presupposto che, contrariamente a ciò che si pensa, nel prossimo futuro il trasporto su autovie sarà destinato a ridimensionarsi per l’aumento del costo del carburante a discapito della ferrovia che tramite l’intermodalità confinerà al trasporto su gomma solo all’ambito locale.

 

Criticata anche l’equazione autostrada=sviluppo del territorio attraversato. Infatti la recente crisi della Lanerossi di Piovene Rocchette dimostra come purtroppo difronte ad un’economia globalizzata purtroppo non sono sufficienti neppure le infrastrutture a scongiurare la chiusura delle fabbriche. Nel caso specifico della Valdastico Nord, l’autostrada impatterebbe in modo rovinoso sull’ambiente del fondo valle che rappresenta per la vallata uno dei pochi patrimoni naturali da poter valorizzare per l’amenità dei suoi luoghi oltre che per i suoi siti di interesse storico legati alla grande guerra.

 

Intanto l’iter amministrativo dell’autostrada ha incassato nelle scorse settimane il si della commissione VIA ( valutazione di impatto ambientale) anche se con il “no” della provincia autonoma di Trento, che esclusa in un primo tempo ha fatto riunire la commissione nuovamente. Una posizione contraria che potrebbe pesare molto per la futura realizzazione dell’autostrada e che la prematura caduta del governo Monti di questi giorni comunque faràslittare nei tempi.

 

Una serie di altre iniziative, indipendenti l’una dall’altra ma probabilmente non casuali sono avvenute in questo periodo.

 

L’antivigilia di Natale, poco lontano da Schio davanti alla Torre di Santa BarbaraaSarcedo, a pochi metri dalla voragine creata dal cantiere della Pedemontana Veneta, Don Albino Bizzotto leader dei beati costruttori di pace ha celebrato una messa molto particolare per lanciare un monito di attenzione verso la “terra madre” e contro la nuova arteria pedemontana. A Montecchio, invece, 50 babbo natale hanno fatto una simbolica incursione nel cantiere della Pedemontana.( http://www.thieneonline.it/index.php/attualita/attualita-attualita/item/2420-irruzione-di-50-babbi-natale-nel-cantiere-della-pedemontana-foto-e-video#.UNt12G_8JWM)

 

Un altro fatto significativo è stato, alcune settimane fa,l’acquisto, su un quotidiano regionale,diuna pagina da parte diConfartigianto Veneto, Confindustria veneto, Confcooperative Veneto e Confcommercioper dire in modo chiaro ed esplicito il sostegno alla tutela del territorio invocando lo “stop” a qualsiasi forma dinuova cementificazione soprattutto in prossimità dei caselli autostradali.

 

Probabilmente “segni” che, per quanto riguarda il Veneto, giungono un po’ in ritardo vista la scarsa pianificazione urbanistica e sensibilità ambientale anche se come recita il vecchio e saggio proverbio: “meglio tardi che mai!”

 

Alberto Brazzale

 

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