Il basket vicentino perde una delle sue figure più autentiche e generose: Vittorio Silvestrucci. Dopo una lunga esperienza nel basket di vertice – dalla Serie A femminile(Ufo Schio-Perugia) alla Serie B maschile (Vicenza Dueville) – aveva scelto di dedicarsi interamente al settore giovanile. Una scelta controcorrente, dettata dalla convinzione profonda che la vera partita si gioca nella formazione delle nuove generazioni.

Per lui allenare non significava solo vincere sul campo, ma aiutare i ragazzi a crescere, a conoscersi, a rispettare se stessi e gli altri. Nei suoi scritti e nei suoi interventi pubblici, Silvestrucci ha sempre messo in guardia dai pericoli del “campionismo” precoce: la corsa al risultato immediato, la pressione sugli adolescenti, l’illusione del successo facile. La sua visione era diversa: allenare con responsabilità, educare con pazienza, trasmettere i valori dello sport come strumento di equilibrio, disciplina e gioia condivisa.

La sua voce resta chiara e coraggiosa: “gli allenatori istruttori del settore giovanile non possono e non devono essere allenatori di successo, ma educatori del futuro”. E’ questa la lezione che ci lascia, e che continuerà a ispirare chi crede nello sport come strumento di crescita civile e sociale.

Con il suo lavoro, e con progetti come “Oltre il canestro”, ha saputo dare al minibasket e al basket giovanile un’anima nuova, trasformandoli in luoghi di crescita personale oltre che sportiva. Ha unito competenza tecnica, passione e sensibilità educativa, lasciando un segno indelebile in generazioni di giovani atleti, allenatori e famiglie.

La sua eredità resta viva nelle palestre, nei campetti e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo: un insegnamento semplice e profondo, che ci ricorda che lo sport migliore non è quello delle medaglie, ma quello che forma uomini e donne liberi, responsabili e capaci di guardare avanti.

Le società con cui ha collaborato, i colleghi, ma soprattutto i “suoi ragazzi” oggi diventati adulti lo ricorderanno come un maestro che non insegnava solo a giocare, ma a vivere

Alla famiglia e agli amici l’abbraccio commosso di tutta la comunità sportiva, che in Vittorio Silvestrucci riconosce un maestro vero, capace di andare oltre il canestro.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia