(Ansa) Una vittoria che proietta il giovane vicentino, 25 anni compiuti a marzo, tra gli assoluti protagonisti del ciclismo azzurro. L’alfiere dell’australiana Jayco AlUla batte allo sprint a due il francese Thibaut Pinot, ancora una volta sconfitto così come a Crans Montana. Ma nuovamente capace di infiammare la corsa in rosa, di regalare emozioni. Un Pinot in versione Lombardia 2018, ma incapace di reagire all’affondo di Zana.
Sulla dura salita di Coi alle spalle di chi si gioca la tappa si accende solo nel finale la lotta per la rosa. Roglic batte un colpo trascinato da un monumentale compagno di squadra, l’americano Kuss, perde qualche colpo il portoghese Almeida, che paga una ventina di secondi alla fine, ma, soprattutto, dimostra di avere la gamba migliore il gallese Thomas. La maglia rosa è in controllo totale, la Ineos comanda e gestisce la corsa e quando è la Jumbo ad infiammare l’erta finale, il vincitore della Grande Boucle 2018, si difende con il sorriso sulle labbra e anzi dà una scrollata finale per guadagnare qualcosa sul lusitano della UE.
Il borsino del Giro dà in grande ascesa Thomas che alla vigilia delle due tappe finali, l’arrivo alle Tre Cime e la cronometro del Monte Lussari, sembra decisamente pedalare meglio dei rivali. Sotto il profilo della classifica finale alza invece bandiera bianca Damiano Caruso che sull’ascesa finale scivola indietro. Ma il ciclismo azzurro si consola con l’acuto del campione italiano. “Ho dato tutto – afferma un incredulo Zana – battere Pinot in volata non è stato facile ma quando mi ricapita un’occasione così. Ringrazio la squadra per avermi concesso la fiducia e per avermi fatto correre un Giro d’Italia che si sta rivelando straordinario. Sono felicissimo, quasi non ci credo. E’ tutto fantastico e poi vincere con questa maglia è davvero qualcosa di speciale”. Alla gioia di Zana fa da controaltare lo psicodramma di Pinot. Il francese è l’unico sulle pendenze finali a fare la differenza con Zana ma è costretto ancora ad alzare bandiera bianca. Si consola con la classifica degli scalatori, graduatoria conquistata con una tappa tutta corsa all’attacco. Per lui ultima stagione da professionista ma la capacità di incendiare sempre la corsa, di correre con il coraggio che anche in Val di Zoldo non gli è mancato.
Per la vittoria finale rimane una tappa interlocutoria. Come è stato sinora tutto il film di questo Giro. Ma ora non si può più fingere. Roglic sulle strade del Bellunese era seguito da una serie incredibile di tifosi sloveni. Ha provato a ripagarli correndo all’attacco. Almeida ha pagato, ma la condizione di Thomas sembra davvero inattaccabile. La tappa regina, quella con il dislivello maggiore, attende ora gli atleti, Che potranno scrivere una pagina importante alle Tre Cime di Lavaredo. Ma attenzione alla cronoscalata di Monte Lussari. Tutto è ancora da decidere. Non sarà un Giro d’Italia dalle grandi firme. Ma il divertimento è assicurato.