“Il teatro aiuta a scoprire emozioni nuove, mi ha fatto tirare fuori una vitalità e una forza che non sapevo nemmeno di avere. E trovarmi a recitare a Roma in una produzione internazionale, con uno dei miei miti di gioventù, è un sogno che diventa realtà”.

Vittoria Bianchini, 48 anni di Thiene, è emozionata e a tratti incredula quando racconta l’esperienza che sta vivendo a Roma dove, alloggiando nei container della produzione cinematografica, trascorre le giornate tra il set e lo studio del copione.

Dopo la Madonna in Maria di Magdala a teatro e alcuni musical, dopo una commedia sui soldi e il famoso ‘Rent’, ora è Anna Mann, titolare di una palestra e spa a Roma dove si allena Mona, la protagonista di Body Odyssey, il nuovo film di Grazia Tricarico in cui l’attrice thienese è l’unica attrice italiana e dove recita a fianco di Julian Sands, suo idolo di gioventù.

“Recitare era un sogno, è un sogno anche ora quando lo faccio – spiega – Il teatro è il mio amore. Ho cominciato a 35 anni per caso. Stavo attraversando un periodo difficile. Mi hanno invitata a partecipare ad un corso di teatro con l’attore Davide Dolores. Mi si è aperto un mondo dove mi sono buttata a capofitto”.

Teatro per calarsi in ruoli diversi, per capire come potrebbe essere in un contesto anche opposto al proprio.

“Il teatro mi ha cambiata – racconta Vittoria – Ho scoperto emozioni nuove, una vitalità e una forza che non pensavo di avere. Da allora non sono più riuscita a stare senza teatro, ho bisogno di avere sempre un copione da studiare o delle prove da fare”.

Il percorso teatrale e cinematografico è cominciato a Thiene, a casa sua, dove ha conosciuto Davide Dolores e dove si esibisce con la Zonta, la compagnia teatrale locale che le ha insegnato a stare sul palco e a calarsi in mondi diversi, ad assorbire personalità diametralmente opposte dalla sua.

L’esperienza romana però, dove è l’unica attrice italiana, è diversa: “E’ un’esperienza molto forte”.

‘Body Odyssey’ non è un film semplice: “E’ ambientato nel mondo del body building dove Mona è in continua lotta con sé stessa, con il suo corpo e la sua forza di volontà. L’atmosfera è dark, un po’ onirica. E’ un film scritto benissimo e diretto in modo talentuoso. E’ un grande privilegio per me essere in un set così grande e prestigioso, con stelle del calibro di Julian Sands e Adam Misic (rapper in forte ascesa)”.

‘Body odyssey’ parla del conflitto interiore di Mona, una body builder di 45 anni alla ricerca costante di un ideale di perfezione e bellezza, che agli occhi del mondo appare come una donna ossessionata da un ideale deforme. Mona è quella che crea e plasma il suo corpo, che alla fine è diventato un’entità autonoma. Alla fine però sia il copro che l’anima di Mona arriveranno a dover prendere una decisione: completare la trasformazione o arrendersi alla natura. Il film è una coproduzione internazionale ed è prodotto da Revok Film, con Amka Film e Rai Cinema e con il contributo del MIBACT e Lazio Cinema International.

“Il mio è un ruolo minore – racconta Vittoria – Sono Anna, titolare della palestra e Spa dove si allena la protagonista. E’ un ruolo che mi piace, perché oltre a contribuire alla mia formazione, mi permette di osservare, imparare ed assorbire il talento di chi ha molto da insegnarmi”.

Il film ha una strada ben delineata, quella delle grandi produzioni: prenderà infatti il circuito di Cannes, poi Berlino e infine Venezia e sarà nelle sale a inizio 2023.

“I miei figli mi incoraggiano – sottolinea l’attrice – Sono sempre dalla mia parte e la più grande ha la stessa passione che ho io. Continuerò a fare teatro e a fare, come accade ora, qualche incursione nel mondo del cinema, sperando di fare sempre di più”.

I progetti intanto maturano: “Ad aprile ho un progetto con il regista Giorgio Amato, una commedia con Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli, prodotto da Europictures. Una bella sfida, una grande emozione. Il mio sogno, che prima aveva un contorno sfuocato, sta prendendo forma ed è entusiasmante viverlo giorno per giorno, mettermi in gioco per realizzarlo dandogli una forma che è addirittura più bella di quella che immaginavo all’inizio”.

Marco Zorzi

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