Una disavventura che non scorderà facilmente quella capitata ad Alessandro Zolin, 17 anni residente a San Giorgio di Perlena, che frequenta il quarto anno dell’Istituto San Gaetano sezione Elettricisti di Thiene. Come ogni mattina Alessandro si reca a scuola e come ogni giorno prende l’autobus.  La mattina di venerdì 8 marzo però, ha il timore di salire sul mezzo, in quanto il giorno prima gli è stato rubato il borsellino che conteneva la carta d’identità, tessera sanitaria e la tessera dell’abbonamento annuale dell’autobus. Spinto dal papà che lo rassicura “tranquillo, male che vada spiegherai al controllare che hai perso il borsellino, faranno un controllo con il tuo nominativo e risolverai”, Alessandro va a scuola. All’andata tutto fila liscio, ma la situazione cambia nella tratta ‘Thiene – San Giorgio di Perlena’ delle 13.30,  quando, arrivato sul bus Alessandro si imbatte in un controllore che non vuole sentire ragioni: “Niente tessera? Vai a piedi!”. Inutili le richieste del ragazzo nel verificare il suo nominativo nel database aziendale, il controllore è irremovibile e ad Alessandro non resta altro che tornare a piedi a casa, percorrendo ben 8 km.

Alessandro telefona al padre Loris, gli chiede di essere preso con l’auto di famiglia,  ma il padre è a Milano. Una volta saputo cosa è accaduto al figlio, papà Loris va su tutte le furie, scrive una mail a SVT dove denuncia l’accaduto: “Spero mi rispondiate in quanto renderò pubblico questo increscioso incidente. A mio figlio è stato rubato il portamonete . Stamattina è andato a scuola, io sono andato a duplicare il suo tesserino per tratta San Giorgio di Perlena-Thiene. Il c.  del vostro autista alle 14 non ha fatto salire mio figlio nonostante lui gli abbia spiegato cosa sia successo, lasciandolo a piedi. Mio figlio gli ha chiesto di chiamare la sede, di controllare tramite nome e cognome la regolarità del suo abbonamento ma niente da fare. E’ rimasto a piedi. Io ero via e mio figlio ha fatto 8 km a piedi per tornare a casa. Vi sembra giusto? Spero richiamiate il vostro autista perché, comprendo che in Italia non funzioni più nulla, ma è veramente spiacevole questa cosa”. Ma da SVT nessuna risposta.

“Ciò che mi sento di dire al controllore/autista è che, comprendo ciò che succede oggigiorno, basta guardare la tv per rendersi conto di come spesso vengono maltrattati gli operatori.  – conclude il papà di Alessandro . – Ma non era questo il caso. Siamo in un paesino dove fortunatamente queste cose non accadono. Bastava un po’ di buona fede e scrupolo da parte dell’autista per vedere che era in regola, un ragazzino con lo zaino in spalla in orario di scuola. Cosa poteva fare?”.

Laura San Brunone

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