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Sanità che soffre e cittadini con liste d’attesa infinite. Parte da Thiene la petizione. Cgil: “Servono assunzioni”

Servono urgentemente assunzioni, il personale sta soffrendo per una carenza ormai cronica di medici, infermieri e operatori sanitari. Per questo motivo, domani mercoledì 31 maggio 2023 dalle 11 alle 14 nella sede del distretto 2 dell’Ulss 7 Pedemontana (ex Ospedale di Thiene, via Boldrini, 1) la Funzione Pubblica della Cgil inizia la raccolta di firme per la sanità del nostro comprensorio. Sarà la Segreteria provinciale (segretaria generale Giulia Miglioranza) a dare il via alla raccolta firme per un piano straordinario di assunzioni nella sanità pubblica. E sarà possibile sottoscrivere la petizione.

Il sindacato della Cgil dice “basta ai tagli alla salute, ai tagli del personale, ed è per aumentare il personale e le retribuzioni”. “La salute non è una merce, la salute è un diritto, firma anche tu”: questo lo slogan della campagna di FP Cgil.

Per smaltire le liste d’attesa la Regione Veneto aveva deciso di ricorrere agli overbooking strutturati, cioè di aumentare il numero delle prenotazioni che di solito vengono effettuati in un dato lasso di tempo. In pratica, che in un’ora si prenotavano 6 pazienti, ora se ne prenoteranno di più. Forse le visite saranno più brevi (e forse si mette in conto che qualche paziente non si presenterà alla visita), fatto sta che l’indicazione alle Ulss e alle Aziende ospedaliere da parte del nuovo Dg Salute, Massimo Annicchiarico, di cui sono stati pubblicati alcuni stralci sul Gazzettino, parla chiaro: “Si chiede di individuare specifici slot orari da utilizzare in overbooking strutturato, nei quali poter inserire le prestazioni che non trovano disponibilità nell’attuale configurazione dell’offerta ambulatoriale”. Nel caso in cui tali slot non saranno individuati, “le prestazioni saranno inserite d’ufficio in overbooking nei giorni e orari di apertura degli ambulatori”.

La Regione precisa il provvedimento riguarda solo le visite ambulatoriali e non gli esami diagnostici e che l’overbooking non è l’unico strumento attuato contro le liste d’attesa, ma “si aggiunge all’incremento di produzione”.

Il nuovo sistema, tuttavia, non convince. I primi a schierarsi contro, sono gli stessi medici: “Lo scienziato Newton attraverso la sua legge che chiama “Impenetrabilità dei corpi” enuncia che lo spazio occupato da un corpo non può essere, allo stesso tempo, occupato da un altro corpo”, scrive in una nota Giovanni Leoni, presidente della Federazione Cimo-Fesmed Veneto, che ricorda inoltre come il Codice di deontologia Medica all’ articolo 7 reciti che “il medico nella relazione considera il tempo della comunicazione come tempo di cura“. Non funziona, insomma, come in campo alberghiero, dove “si accettano le prenotazioni di più persone rispetto a quelle che si possono davvero ospitare per essere sicuri di ottenere un guadagno completo senza perdite”, spiega Leoni.

Per la Cimo Fesmed Veneto, l’indicazione della Regione “nella oggettiva difficoltà del superamento della legge di Newton”, dispone “la riduzione del tempo di rapporto medico paziente, in contrasto con la dignità del cittadino, la sicurezza delle cure, e con il codice di deontologia medica”. Anche perché “è ben difficile che la logica commerciale dell’overbooking strutturato sia utile in sanità contando sull’assenza di pazienti che aspettano magari da molto tempo una visita medica per la loro salute: il contesto della malattia non segue la logica del turismo”.

Al contrario, secondo Leoni, la direttiva “pone le basi di contenziosi nelle sale di attesa, e scarica sulla responsabilità morale ed etica di medici, infermieri e segretarie la soluzione di un problema che nella pratica presenta come naturale conseguenza: lo sforamento dei tempi di apertura degli ambulatori con un lavoro non pagato; la riduzione dei tempi della visita medica; la potenziale delusione per i pazienti per il trattamento ricevuto; l’ulteriore stress per il personale sanitario residuo in servizio che penserà seriamente ad alternative ad un servizio pubblico che prevede una organizzazione di tale tipo”.

“Come Cimo-Fesmed Veneto – fa sapere Leoni – chiederemo in modo formale i dati delle specialità interessate e fin da subito ci dichiariamo profondamente preoccupati per la salvaguardia della qualità del servizio al cittadino, in particolare per le fasce più deboli, per gli esenti ticket per patologia e reddito che non hanno possibilità economiche per la sanità privata e devono attendere i tempi di quella pubblica.
Dichiariamo la massima fiducia sulla necessità delle richieste e della tempistica di evasione delle stesse da parte dei colleghi della medicina del territorio ricordando che una diagnosi passa attraverso una serie di accertamenti laboratoristici e strumentali anche per il medico specialista, ospedaliero o ambulatoriale”.

Come risolvere, tuttavia, il problema delle liste d’attesa? Le possibili soluzioni, per Leoni, “esistono e comprendono dei pacchetti prestazionali istituzionali aggiuntivi su base volontaria per tutto il personale con compensi da concordare nelle relative sedi”.