di Federico Piazza

Per i progetti di accoglienza diffusa di immigrati la sfida basilare è trovare alloggi disponibili nel mercato locale degli affitti. Fronteggiando la carenza generale di offerta e, in più, una diffusa diffidenza ad affittare immobili per questo tipo di finalità. La questione riguarda i venti comuni dell’Alto Vicentino che hanno in questi giorni aderito in collaborazione con la Prefettura di Vicenza all’estensione nel tempo e a più nazionalità di beneficiari di protezione internazionale e di protezione speciale del progetto “Tenda di Abramo”, originariamente avviato nel 2022 per i rifugiati ucraini, che prevede di ospitare 130 persone in appartamenti diffusi nel territorio e inserite in percorsi di accompagnamento ed integrazione nelle comunità locali. Fino a un massimo di tre per ogni mille abitanti nei comuni aderenti.
Da fonte Wikipedia, la popolazione residente complessiva dei venti comuni che hanno aderito al nuovo Patto per l’accoglienza diffusa
 “Tenda di Abramo” (Breganze, Caltrano, Calvene, Carrè, Chiuppano, Lugo, Malo, Marano Vicentino, Monte di Malo, Posina, Salcedo, Santorso, Sarcedo, Thiene, Valdastico, Valli del Pasubio, Velo d’Astico, Villaverla, Zanè, Zugliano) è intorno ai 110mila abitanti. Di cui il tre per mille fa 330, quindi più dei 130 previsti.
Con la disponibilità di alloggi si confrontano anche i gestori dei due progetti SAI – Sistema di accoglienza e integrazione finanziati dal Ministero dell’Interno, che nell’Alto Vicentino complessivamente prevedono 113 posti in appartamenti situati nei territori di circa una ventina di comuni aderenti suddivisi in due reti distinte con capofila Santorso e Marano Vicentino. Sono infatti gli enti gestori che stipulano i contratti di affitto con i privati nei limiti di un budget prefissato con fondi statali.
Il progetto più storico è quello di Santorso, che riunisce 13 comuni del territorio con 89 posti. In questo momento ha un’ottantina di ospiti titolari di permessi di soggiorno per protezione internazionale e protezione speciale, alloggiati in appartamenti privati. Gli ospiti sono
uomini singoli, donne singole, nuclei famigliari monoparentali e biparentali. Corsi di italiano per stranieri obbligatori, asilo e scuola per i minori, analisi e bilancio delle competenze e delle attitudini lavorative degli ospiti, formazione professionale con orientamento al mondo del lavoro in collaborazione con i centri per l’impiego, inserimenti in aziende di diversi settori (industria, servizi di pulizia, agricoltura, allevamento, edilizia, commercio, logistica) per gli adulti. Spiega Giovanni Spillere, coordinatore dell’ente gestore, l’associazione Il Mondo nella Città: «Negli ultimi due anni sono passate per il progetto circa 180 persone, con una durata di permanenza fissata di sei mesi, prorogabile se necessario. Ottanta sono in gestione, tra cui una ventina di minori tutti in percorsi educativi, e cento sono uscite. Di quelle uscite, il 95% ha fatto percorsi di inserimento in autonomia, cioè trovato lavoro e casa. Di questi una sessantina sono rimasti nel Vicentino, una trentina si sono sistemati nel resto d’Italia, alcuni sono andati all’all’estero tra cui per esempio alcuni ucraini rientrati nel loro paese».
L’altra rete SAI dell’Alto Vicentino, avviata a maggio 2023, è quella da 24 posti destinata a nuclei famigliari che ha come capofila il Comune di Marano Vicentino con ente gestore la Cooperativa Samarcanda. Al momento raggruppa meno di dieci comuni con una capienza effettiva negli alloggi disponibili di 19 posti e ospita una quindicina di persone.

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