Dopo l’approvazione di fine gennaio da parte dell’Unione europea nel vendere e comprare liberamente prodotti alimentari a base di Acheta domesticus, cioè fatti con polvere di grillo domestico (regolamento 2023/5 della Commissione europea, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 3 gennaio 2023), è iniziata la caccia all’assaggio, all’esperienza alternativa tra i giovani ma non solo. Che sia una moda del momento, la necessità di trovare nuove fonti di nutrimento per una popolazione mondiale sempre più in crescita o per riprendere tradizioni vecchie e attuali di alcuni Paesi, resta il fatto che questa decisione ha creato uno spaccato nella società. Tra chi sostiene chi vuole dar spazio anche ad altre forme di alimentazione animale rispetto a quelle occidentali conosciute e chi punta il dito verso il marketing e la voglia di diventare sempre più trasgressivi. A dare il suo parere sull’argomento è Federica Della Vecchia, imprenditrice e mamma di 44 anni residente a Thiene, che ha recentemente assaggiato in un chiosco dell’altopiano vicentino, alcuni insetti gentilmente offerti dal proprietario durante l’aperitivo.
Ci racconta come si è svolta questa sua esperienza?
“Tengo prima di tutto a precisare che il titolare non ha portate di questo tipo e non è a menù. Non è di routine che il titolare offra ai clienti insetti nel suo locale, è una cosa particolare che ha concesso a noi in via confidenziale. Ci è stato offerto, senza pagare, questo piattino di insetti durante un aperitivo insieme a mio marito. Ad un certo punto, in un momento allegro della serata ci ha detto: “Vi faccio assaggiare una cosa particolare”. E’ andato a prendere un piattino da dessert dove all’interno c’erano degli insettini, ho riconosciuto dei piccoli grilli e altri piccoli insetti con le ali, il tutto alla curcuma. Sempre il titolare ci ha raccontato che acquista queste piccole scatole da una ditta francese “.
Che sapore avevano?
Ricordo bene che avevano una consistenza croccantissima, sembrava di mangiare delle chips super croccanti mentre il gusto non l’ho sentito, solo la curcuma. Direi che il gusto è stato mascherato dalla quantità di curcuma presente, non ho sentito alcun sapore particolare, lo definirei neutro. Se non avessi visto che erano insetti non avrei mai capito dal gusto che era qualcosa di diverso da degli snack croccanti e friabili.
E alla vista?
Quando sono arrivati sul piattino lì per lì mi hanno fatto un po’ di impressione. Non mi piacciono gli insetti, visivamente mi fanno ribrezzo, specialmente se hanno le ali. C’è chi ha paura delle cavallette o i serpenti, a me impressionano gli insetti. Non fanno parte della nostra cultura alimentare quindi anche per questo motivo non sono abituata a vederli su un piattino. Ho provato per gioco. Se dovessi andare al ristorante non ordinerei un piatto di insetti, perché mi impressionano da un punto visivo e psicologico ma anche perché il gusto è stato talmente neutro e nascosto dalla spezia che non mi ha suscitato nulla, a differenza magari di uno scampo che è sì brutto da vedere ma ha un gusto che mi piace molto.
Eppure questa repulsione non l’ha fermata dall’assaggio. Se dovesse ripetersi l’occasione, li mangerebbe ancora?
Assolutamente no, per diversi motivi. L’esperienza avuta è stata giocosa, in ambiente scherzoso ho pensato ‘Ma sì, proviamo!’. Ma è un piatto che non riprenderei. In quel momento ha aiutato molto la simpatia del titolare, ha alleggerito questa cosa che a livello visivo mi faceva un po’ impressione. Personalmente però non riprenderei un piatto di insetti, non mi piacciono né gli insetti né i vermi. Mi guardo bene dal mangiare insetti anche perché il guscio è fatto da chitina e, a meno che non vengano privati del guscio o lavorati, lo stomaco umano non ha gli enzimi per digerire la chitina. Ho provato per divertimento ma non lo farei in modo continuativo se prima non fossi certa che gli insetti siano privi di chitina.
Escludendo quindi il fattore visivo, e dando agli insetti una forma farinosa, li assumerebbe?
Non sono un tecnologo alimentare, non ne conosco la sua chimica, ma se fossi sicura che la composizione degli insetti, escludendo le proteine e altri elementi nutritivi, non presenti sostanze come la chitina che ledono l’organismo, o altri coloranti che sono ricavati dagli insetti e quindi possono essere nocivi, solo se fossi certa di tutto questo non avrei problemi ad utilizzare farine di insetti. Come abbiamo sempre mangiato dado vegetale o di carne che dentro hanno cose poco etiche, scoperte negli ultimi anni, non mi farebbe impressione mangiare farina di insetti. Ad un pranzo di lavoro o cena con parenti, per un fattore psicologico, non li proporrei. Ma anche per un discorso di sicurezza alimentare. Sono consapevole del fatto che anche in questo caso sia tutto relativo, magari diciamo di no agli insetti e poi mangiamo maionese o Nutella, ma parlando di insetti mi sento di rispondere così.
Che idea si è fatta suo marito invece?
Anche lui li ha assaggiati, anche più di me e non ne è stato impressionato. Anche per lui vale lo discorso di un gusto neutro mascherato dalla spezia ed è d’accordo sulla friabilità, ma sono sicura che se dovesse andare in vacanza in Messico o in Cina o in Indonesia, penso non si farebbe grossi problemi a mangiare cavallette o grilli fritti. Io invece anche in quel contesto farei fatica.
Laura San Brunone