Il sindaco costretto  giustificarsi per gli archetti sulla ciclabile di via Lampertico.

Partiamo da un concetto semplice: la pista ciclabile è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette dove il traffico motorizzato è generalmente escluso con lo scopo di migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli.

Altra cosa è il ciclismo su pista, che si pratica all’interno di un velodromo, dal quale sono esclusi pedoni e mezzi motorizzati.

Eppure a Thiene c’è chi, evidentemente, confonde il concetto.

Archetti rallentatori sulla ciclabile in via Lampertico a Thiene di fronte ad un’azienda di macchinari agricoli per prevenire che qualche ciclista venga travolto in fase di manovra. Una questione che si può oggettivamente definire banale, ma che, finisce sui social network con tanto di polemica, con il sindaco Giovanni Casarotto costretto ad intervenire per spiegare la decisione dell’amministrazione comunale.

A portare alla ribalta la questione un appassionato di bicicletta, Luca Zambon, che probabilmente ha male digerito quel dover rallentare la corsa sulle due ruote, tanto da non riconoscere negli archetti dei semplici ‘rallentatori’ installati per la sicurezza, ma arrivando a definirli ‘ostacoli fastidiosi e pericolosi’.

“La pista ciclabile di via Lampertico diventa pista ad ostacoli !!!!! – ha scritto Luca Zambon su ‘sei di Thiene se…’ – Da qualche giorno sono apparsi questi fastidiosi e pericolosi archetti in corrispondenza dell’accesso alla ditta moro macchine agricole…. Spero che qualcuno dell’amministrazione comunale dia una spiegazione logica…. Perchè se mettiamo archetti ad ogni accesso privato meglio togliere le ciclabili…. Poi non capisco perché sono stati posizionati solo in quel punto!!!! Grazie”.

Dopo numerose spiegazioni da parte di altre utenti, che invano hanno tentato di far capire a Zambon l’utilità degli archetti rallentatori e la motivazioni di averli posizionati lì e non in altri posti decisamente meno pericolosi, è intervenuto direttamente il primo cittadino: “Gli archetti sono stati posizionati semplicemente perché in quel punto escono ed entrano continuamente auto e mezzi agricoli dalla ditta Moro e siccome alcuni in bicicletta andavano forte si è già verificato qualche incidente, anche se per fortuna di lieve entità. Perciò siccome è meglio prevenire, ho ritenuto opportuno come sindaco di anteporre la sicurezza e di far installare gli archetti. Meglio rallentare che rischiare un incidente o no?”

Il sindaco, responsabile della sicurezza dei suoi cittadini, si è preoccupato anche di  sottolineare la pericolosità di alcuni mezzi agricoli, che proprio per la loro connotazione funzionale potrebbero arpionare, causando senza difficoltà la morte, una persona che per distrazione o per incapacità di fermarsi in tempo si trovasse ad essere troppo vicina. Proprio dopo l’intervento chiarificatore del primo cittadino, alcuni utenti che in un primo momento avevano contestato la scelta dell’amminstrazione comunale, hanno rimosso i loro commenti.

Numerosi altri, nel frattempo, avevano tentato di spiegare che “Pista ciclabile non è sinonimo di corsa, gli archetti servono a rallentare i ciclisti in prossimità di passi carrai lo trovo più che corretto”. “Paletti giusti in prossimità di un carraio poi di macchine agricole ancora meglio…. – ha scritto un altro utente della rete – Il problema è che bisognerebbe multare i ciclisti perchè tanti non le usano specialmente quelli in completino tecnico che poverini si sentono di serie B ad andare sulla pista ciclabile”. Numerose le persone in pieno accordo con l’amministrazione comunale: “Parlo da ciclista (mountain bike). Anche a Carrè come in tutte le altre ciclabili , esistono i paletti dove ci sono entrate private. Dà fastidio perchè tocca rallentare , ma è per la sicurezza di tutti. Io le uso se ci sono, così sono fuori dalle scatole senza avere 1000 occhi per la strada. Non ho niente a che fare con i ciclisti da strada con la tutina. Ma infine quei paletti hanno un senso logico”.

Ma niente, nulla da fare. “Ma che caspita stai dicendo!!!! – ha tuonato Zambon, enfatizzando il suo reclamo con 4 punti esclamativi, segno incontestabile di sicurezza e autoreferenzialità – L’amministrazione comunale dovrebbe agire in modo logico e coerente!!!! Comunque per me vanno tolti tutti – e infine il tocco da maestro – Se non vai in bici non puoi capire”.

Anna Bianchini

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