Ma quale scuola senza speranza, popolata da ragazzi allo sbando e in preda alle sostanze stupefacenti. Pochi giorni dopo le perquisizioni dell’unità cinofila dei Carabinieri di Schio che hanno rinvenuto marijuana e hashish all’istituto professionale Garbin di Schio la scuola si è scossa, con i ragazzi in prima fila a bandire le generalizzazioni. “Ma quali drogati, qua dentro c’è un ‘casino’ di energia positiva, vogliamo cancellare i muri di omertà” ci raccontano gli studenti, immediatamente scossi dai fatti del loro istituto e altrettanto veloci a reagire con forza al problema droga.

La cosa che stupisce è che a prendere immediatamente le distanze dalle accuse che sono state mosse all’unanimità al tanto bistrattato Garbin sono gli stessi ragazzi, che approfittando dell’assemblea di carnevale hanno dato una secca risposta a chi li addita a priori come senza speranza. “Ringraziamo i Carabinieri che hanno fatto emergere problemi che altrimenti sarebbero rimasti nascosti – scrivono – un evento di questo genere non passerà di certo inosservato. Vogliamo rispondere subito con forza a quanto emerso. Per noi la droga è disagio, solitudine ed infelicità, perciò abbiamo dato vita all’iniziativa ‘No drugs Free Hugs’, cioè ‘no alla droga ma abbracci gratis’, rispondendo con l’amicizia e l’affetto a chi fa uso di stupefacenti”.

garbin - protesta studenti contro la droga

E che altra risposta ci si poteva aspettare dalla marea di ragazzi che frequenta l’istituto, mille ragazzi nel pieno della propria energia e allegria adolescenziale? Un’iniziativa colorata, coinvolgente, in grado di scacciare l’alone scuro che aleggiava nei giorni scorsi attorno alla scuola con la sua forza, musica, maschere e colore. Oggi e per i prossimi tre sabati infatti in alcune zone della scuola saranno istituiti degli “Hug points”, dei punti dove tutti potranno scambiarsi gratuitamente abbracci, per manifestare la loro adesione alla lotta contro la droga.

Di fianco agli studenti si è schierato subito anche il Preside Marina Maino, che da anni combatte in prima linea la sua battaglia scolastica contro droga e abbandono. “Abbiamo tantissimi problemi, è vero, siamo una scuola ‘di frontiera’ dove ci sono infinite difficoltà. Ma assieme ai ragazzi stiamo cercando di rispondere con decisione a questi problemi, perché c’è veramente un’infinità di positivo tra i miei studenti. Io – prosegue la Maino – ho scelto di venire qui al Garbin perché penso che qua si veda la vera funzione educativa della scuola, che deve per forza di cose trascendere il mero insegnamento di nozioni: quando gli studenti vengono dai nostri professori a chiedere aiuto e consulenza capiamo di essere prima di tutto un luogo dove si insegna a vivere. Qua si vedono i migliori educatori”.

Federico Pozzer

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