Sta diventando sempre più un’odissea la vita per due fratelli che vivono a Sarcedo. La ‘convivenza’ col cantiere della Pedemontana Veneta ha raggiunto il culmine quando, lunedì mattina, si sono trovati piazzati di fronte alla finestre di casa un ‘muro’ di cemento.

Le barriere anti rumore calate a due metri dall’abitazione del medico Viviana Soldà, che abita in via Braglio nella casa paterna assieme al fratello, serviranno in futuro a contenere il rumore del traffico che transiterà sulla superstrada a pagamento.
Nel frattempo il vivere quotidiano dei due fratelli Soldà, da qualche anno, è stato scandito dai  mezzi d’opera  che scavavano e spianavano il tratto di strada in trincea, ad una manciata di metri da casa loro.

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Ora si sono aggiunte queste alte paratie in cemento armato, che fanno sentire i Soldà reclusi in casa loro: “Mi tolgono la libertà” – spiega Viviana mentre ci porta a vedere le mura di questa ‘prigione, a non più di 15 passi dalla porta d’ingresso di casa sua.  Alte più di 3 metri, creano un cono d’ombra lungo su quello che resta del suo giardino: “Le stanno mettendo tutto attorno, quando avranno finito, non vedrò più il sole”.

Partito un fax, da 150 mila euro
Non si dà per vinta Viviana. Mentre la squadra di operai continua nel montaggio delle barriere, lei ha già inviato un fax alla sede legale della Sis: “Ieri ho subito spedito un fax a Torino – racconta- Lamentando il disagio che queste barriere mi provocano, chiedendo alla ditta Sis di trovare una soluzione alternativa, meno impattante col mio vivere quotidiano. Ho fatto, intanto, una prima richiesta di risarcimento danni per 150 mila euro, perché mi sento lesa da tutto questo”.

Paola Viero

 

 

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