Alex Cioni e PrimaNoi tornano a puntare i faro sull’hotel Eden di Schio preoccupati che, alla luce di quanto sta accadendo a livello nazionale in merito ai numerosi sbarchi di profughi, l’albergo di Schio possa essere trasformato in Centro di Accoglienza Straordinaria.

Non solo. Il leader del comitato, con un’istanza, ha chiesto all’amministrazione comunale i numeri relativi ai richiedenti asilo presenti in città e se il comune, che da anni fa parte della rete di accoglienza diffusa Sprar, intende trovare un accordo con la Prefettura visto che il ministro dell’Interno Minniti ha dichiarato che per lo smistamento dei migranti userà proprio la rete Sprar.

“Vogliamo sapere se allo stato attuale delle cose esiste il rischio che la struttura possa essere utilizzata come centro di accoglienza per migranti e se l’edificio potrà venire individuato come Cas (centro accoglienza straordinaria) dalla Prefettura di Vicenza come già accaduto per esempio a Recoaro Terme – hanno sottolineato Cioni e PrimaNoi – e se sia a conoscenza di altre strutture ricettivi similari i cui proprietari risultano interessati ad entrare nel business dell’accoglienza”.

Nell’istanza, viene citata l’Unhcr che recentemente ha diffuso i numeri degli sbarchi nei primi due mesi dell’anno e che certificano un aumento considerevole del 48% riferito allo stesso periodo dell’anno scorso dopo che nel 2016 si sono battuti tutti i record con oltre 180 mila persone prelevate in mare.

Secondo Cioni e i membri di PrimaNoi “è facile intuire che nelle prossime settimane la questione dei cosiddetti profughi tornerà gioco forza a dettare l’agenda delle amministrazioni comunali animando il dibattito politico su chi è favorevole a collaborare con il Governo italiano e chi, come noi, ritiene che non ci siano i presupposti per mettere in pratica dei compromessi con i responsabili politici di una gestione dell’immigrazione completamente sbagliata. Chiediamo inoltre delucidazioni in merito al numero dei migranti presenti nel territorio comunale scledense e vorremmo sapere se il sindaco è a conoscenza della loro esatta ubicazione”.

A.B.

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