Una giovinezza fiorita tra le due guerre a Cogollo del Cengio ed una tempra forte e coraggiosa che solo una ragazza nata in quegli anni difficili può vantare. L’arzilla maestra Natalia Dal Castello, classe 1927, raggiungerà in dicembre il traguardo dei 90 anni, dei quali quasi 40 passati ad insegnare ad oltre mille alunni delle scuole elementari.

 

Ed i suoi ‘bambini’ di Piovene Rocchette, nati nel 1967, le hanno qualche giorno fa preparato una bella sorpresa, invitandola al pranzo dei 50 anni al centro parrocchiale del paese. Gli ‘ex’ si sono fatti trovare in piedi, pronti a salutarla come a scuola, e per ricordare i vecchi tempi hanno rispolverato anche l’appello e letto a voce alta un vecchio compito in classe.

 

Davanti ai coscritti Natalia, sotto la dura scorza di una donna che ha vissuto le miserie del dopoguerra leggendole tutti i giorni anche attraverso gli occhi dei suoi alunni, si è commossa anche lei come una bambina, ma vergognandosene un po’, con quel contegno ritroso e umile tipico delle donne ‘de ‘sti ani’.

piovene - alunni 67 con natalia dal castello b-n

La carriera di maestra elementare di Natalia iniziò a soli 19 anni a Posina, poi la giovane si spostò a Marola di Chiuppano dove insegnò alle prime tre classi delle scuole elementari. Dopo alcuni anni si sposò trasferendosi definitivamente a Piovene e insegnando alle scuole dei Preazzi, nella zona delle campagne del paese, e continuando ad insegnare fino alla pensione nel 1983 nella scuola ‘Giovanni Pascoli’ nel centro del paese.

piovene - alunni 67 con natalia dal castello

‘Abbiamo passato con lei gli anni dal 1973 al 1978 – ha spiegato sorridendo Renato Trombin, uno degli ex alunni ideatori della sorpresa – ed era una maestra severa ma giusta. Quelli di noi che la incontrano per strada si fermano sempre a salutarla, con affetto e gratitudine. Così abbiamo pensato di festeggiare i nostri 50 anni con Natalia. Era un gesto doveroso per ringraziarla dei suoi insegnamenti. E lei, che è un tipo che si tiene dentro tutto, questa volta non è proprio riuscita a non commuoversi’.

 

 

Marta Boriero

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