Le nuove dichiarazioni del presidente americano Donald Trump preoccupano profondamente le imprese italiane, in particolare quelle venete. Dopo un primo annuncio – poi rientrato – su dazi al 20% sui prodotti europei, la Casa Bianca ha ora ipotizzato un aumento al 50% a partire dal 1° giugno. A sollevare l’allarme è Raffaele Boscaini, presidente degli industriali veneti, che ha definito l’eventuale applicazione di tali misure «una tragedia di proporzioni inimmaginabili» per l’economia della regione.
Secondo Boscaini, tuttavia, quella di Trump potrebbe essere soltanto una provocazione, un modo “muscolare” per forzare l’Europa a negoziare. Un atteggiamento già visto in passato, quando annunci simili non si sono tradotti in atti concreti. Ma nonostante le sue speranze, l’industriale ha riconosciuto che le dichiarazioni del presidente Usa hanno già provocato effetti tangibili, come il crollo delle Borse e un clima di crescente incertezza tra gli operatori economici.
Boscaini ha ricordato come a inizio anno tutte le categorie produttive del Veneto avessero già lanciato un appello a Roma e Bruxelles per una risposta decisa. Oggi, a suo avviso, l’Europa continua a muoversi troppo lentamente. Ha quindi ripreso una celebre frase di Massimo D’Azeglio, adattandola all’attualità: «Abbiamo fatto l’Europa, ora dobbiamo fare gli europei», sottolineando la necessità di una vera integrazione tra i Paesi dell’Unione, soprattutto sul fronte economico, fiscale, energetico e della difesa.
Le preoccupazioni delle imprese non si limitano all’agroalimentare, settore trainante dell’export veneto. Anche la componentistica meccanica e la farmaceutica – già colpite dalla crisi dell’automotive – rischiano gravi ricadute. Boscaini ha evidenziato come l’aumento dei dazi al 50% sarebbe insostenibile per il Made in Italy, anche se per rincari più contenuti, intorno al 10%, i consumatori statunitensi potrebbero continuare a preferire i prodotti italiani, come il Prosecco.
Altro tema affrontato è quello dell’Italian sounding, il finto Made in Italy, che – secondo Boscaini – ha un suo mercato, ma non può sostituire l’originale.
Il presidente degli industriali veneti ha infine denunciato il clima di instabilità che impedisce alle aziende di programmare investimenti. I dazi, ha spiegato, sono solo uno dei problemi: alla pressione esterna si aggiungono la burocrazia, il costo dell’energia e l’inefficacia di iniziative come l’industria 5.0. Senza politiche industriali serie, la macchina economica italiana – ha detto – fatica a tenere il passo con i concorrenti.
Infine, rispetto al timore di una concorrenza aggressiva da parte della Cina in cerca di nuovi sbocchi, Boscaini ha sottolineato la necessità di tutelare la qualità del prodotto europeo.
Agli imprenditori, ha lanciato un messaggio di cautela: serve sangue freddo, perché al momento si sta reagendo a semplici annunci. «Tenere i piedi per terra», ha detto, ricordando il proverbio americano: “We’ll cross the bridge when we get there” – non allarmiamoci prima che il problema diventi reale.
Fonte: Intervista a Raffaele Boscaini, presidente degli industriali veneti – Corriere del Veneto
