“In occasione della giornata mondiale della donazione di sangue, che ricorre domani, rivolgo un accorato appello a tutti i cittadini veneti: andiamo a donare il sangue, che equivale a salvare vite. Se abbiamo dei dubbi, informiamoci presso le strutture sanitarie o le benemerite associazioni di volontariato e capiremo quanto vale un gesto di pochi minuti. Anche i timorosi per via dell’ago e del sangue tolto avranno modo di ricredersi: è una pratica pressochè indolore e la perdita di sangue viene recuperata in tempi brevissimi. Ogni donazione è effettuata da personale specializzato e addestrato a fronteggiare ogni situazione imprevista”. Lo dice il presidente del Veneto Luca Zaia e lo dice “con grande convinzione anche di fronte al trend di diminuzione delle donazioni che si segnala in molte parti d’Italia”, cui fa da contraltare l’andamento in Veneto dove, secondo il Centro regionale attività trasfusionali, nel 2024 le unità di globuli rossi prodotti sono state 241.766, in minima diminuzione rispetto all’anno precedente (241.956 nel 2023) garantendo comunque l’autosufficienza regionale, oltre che continuando a contribuire al supporto extraregionale, “che altro non è che la nostra solidarietà verso altre Regioni che hanno carenze preoccupanti”. Per Zaia “occorre spingere sulla cultura del dono coinvolgendo in ogni modo i giovani, lavorando alla costruzione di una consapevolezza nelle scuole, coinvolgendo le Società Sportive, i cui atleti possono essere il prototipo perfetto del donatore”.
La donazione di sangue, aggiunge l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, “rimane ancora oggi una risorsa fondamentale per numerose procedure sanitarie: il sangue, è una risorsa preziosa la cui valenza è sovra-aziendale e sovra-regionale. L’impegno quindi dei donatori, a cui deve andare sempre il riconoscimento e la gratitudine del sistema, è essenziale per poter sostenere le terapie, gli interventi chirurgici, il supporto all’emergenza-urgenza e il sostegno all’attività dei trapianti. In questo senso il Veneto continua ad essere una delle regioni più virtuose ed attive anche in ambito trasfusionale, e questo è un gran bel segnale”. Il Crat Veneto segnala che, per quanto riguarda la raccolta di sangue intero e quindi la produzione dei globuli rossi, da alcuni anni si sta assistendo a una lenta riduzione dei consumi, mentre è in aumento la richiesta di farmaci plasmaderivati, ottenuti dal plasma dei donatori. Per questo anche la produzione degli emocomponenti sta cambiando nella sua composizione. La diminuzione della produzione è conseguente alla diminuzione dei consumi (unità trasfuse 223.746 nel 2024 contro 227.604 nel 2023), a testimoniare che sempre di più vi è consapevolezza della preziosità della risorsa sangue e della necessità di applicare sempre i criteri di appropriatezza nell’utilizzo. Tutto ciò in un anno in cui le attività sanitarie sono state a pieno regime e in aumento in molte realtà. Nel 2024 è invece aumentato il volume di plasma raccolto e conferito all’industria di plasmaderivazione per la produzione di medicinali plasmaderivati, +1,95% rispetto al 2023.
Anche quello dei farmaci plasmaderivati è un ambito che impegna notevolmente il sistema trasfusionale nazionale e regionale: l’Italia non è autosufficiente per questi prodotti, ma anche in questo ambito il Veneto è tra le regioni che producono di più. L’ indice conferimento di plasma è di 21,4 chili per mille abitanti, con un quantitativo previsto di 18 chili per mille abitanti previsto dalla programmazione nazionale.
