Si è ufficialmente insediato oggi, a Palazzo Ferro Fini, l’Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne guidato da Gino Cecchettin. E il papà di Giulia (per la precisione presidente onorario dell’Osservatorio), ha indicato la rotta: “Per ottenere risultati tangibili nel nostro impegno quotidiano per contrastare la violenza contro le donne, è fondamentale, prima di agire, misurare, avere il polso esatto della situazione. Inizialmente in ambito regionale, che può rilevare bene quanto accade a livello nazionale. L’Osservatorio dovrà scegliere ambiti in cui agire nell’immediato, individuare il perimetro esatto in cui muoversi concretamente per contrastare il fenomeno della violenza di genere”. Dopo aver contattato ed essersi confrontato con associazioni e fondazioni, ma anche con tante vittime di violenza, Gino Cecchettin è “convinto che queste donne che hanno sofferto, nel fisico e psicologicamente, meritino risposte chiare ed esaustive.
Trovo inaccettabile che le donne che hanno scelto di fare il primo passo, denunciando, trovino attorno il deserto”. I componenti dell’Osservatorio (Angela Zambelli, Roberta Ruggeri, Mirko Balbo e Barbara Segatto, saranno coordinati dalla dottoressa Rossana Ceci), hanno poi suggerito di raccogliere i contributi dei tanti volontari per garantire alle donne vittime di violenza un’assistenza pronta e continuativa nel tempo. E si è definito “fondamentale sensibilizzare i bambini verso il rispetto per le donne, a partire dalle scuole dell’infanzia”.
All’insediamento dell’Osservatorio erano presenti, il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, il segretario generale del Consiglio, Roberto Valente, le consigliere regionali Vanessa Camani e Milena Cecchetto.
L’istituzione dell’Osservatorio sulla violenza alle donne fu approvata dal Consiglio regionale a novembre 2024 dandogli il compito di approfondire e comprendere cause e dinamiche che alimentano la cultura in cui la donna è considerata oggetto di proprietà e vittima di violenza. “L’Osservatorio nasce non semplicemente sull’onda emotiva di un terribile evento di cronaca che ha segnato profondamente la nostra società, ma sulla base di una riflessione che quello stesso evento ha contribuito, purtroppo, a far emergere. La violenza contro le donne è stata per troppo tempo vista come un fenomeno privo di collegamenti con le trasformazioni sociali, culturali, di genere. I numeri rimanevano semplicemente tali, un lungo elenco muto, progressivamente in crescita, ma privo di una contestualizzazione. Ebbene, l’Osservatorio che oggi si insedia ha il compito, e sono certo che ci riuscirà, di offrire un punto di osservazione privilegiato su un fenomeno la cui gravità non è ancora stata completamente compresa”, ha detto Ciambetti.
Camani (Pd) non ha nascosto la “forte emozione: non sempre accade che un’idea si trasformi in azioni concrete, per giunta in tempi brevi. Sono felice e orgogliosa che una mia proposta, quella di istituire l’Osservatorio, sia stata accolta prontamente all’unanimità dal Consiglio. Non era affatto scontato. Dopo essere stati profondamente toccati dal dramma vissuto da Gino Cecchettin, è importante chiedersi cosa si possa fare in concreto, al netto delle celebrazioni che hanno un orizzonte temporale limitato”. Per Camani, l’Osservatorio ha un compito “difficile: presentare un punto di vista diverso sulla violenza contro le donne e sulla società contemporanea”. Ma ci si riuscirà grazie a “intelligenze, competenze e curiosità che ho colto tra i diversi componenti dell’Osservatorio”.
Sul tema della violenza alle donne “serve comprendere bene cosa finora non abbia funzionato correttamente, in particolare nella rete di protezione, per individuare cosa poter fare, e come farlo. Solo una grande alleanza, una condivisione unanime di intenti, può riuscire a cambiare, in meglio, la società.
Sicuramente, non bisogna abbandonarsi a un sentimento di rabbia che non porta da nessuna parte”, ha aggiunto Camani. Cecchetto (Lega-Liga veneta) ha poi parlato di quanto oggi, donne e ragazze, nei contesti più diversi (lavoro, aule universitarie, palestre) debbano “affermare, ancora e ancora, il nostro diritto al rispetto e alle nostre volontà, il pretendere rispetto per il nostro no. Ci vuole impegno, consapevolezza e coraggio. Tanto.
Non abbiamo paura. Ma non possiamo tacere di fronte a una realtà in cui, troppo spesso, la dignità della donna viene offesa, calpestata, negata. Una violenza non solo fisica e psicologica, ma culturale e sociale, che tenta di ridurci al silenzio, soffocando le nostre aspirazioni e le nostre volontà. È in questo contesto che nasce il nostro Osservatorio: uno strumento voluto da donne e pensato per le donne”, ha spiegato Cecchetto. “Perché solo ciò che si guarda si può comprendere. E solo ciò che si conosce si può cambiare” e la presidenza onoraria di Gino Cecchetin, “non è un semplice dettaglio”, ma un “segnale forte, simbolico e concreto allo stesso tempo. È la dimostrazione che la battaglia per la dignità delle donne non è, e non deve essere, una battaglia solitaria. È la prova che anche gli uomini possono essere, e devono essere, alleati sinceri, promotori attivi di un cambiamento culturale”, ha concluso Cecchetto.
