Diplomarsi nella stessa scuola dove si presta servizio come bidella. “Oggi so che ce la posso fare. E se posso farcela io, chiunque può farcela. Bisogna solo crederci e non smettere mai di provarci». Un messaggio semplice, ma potente. E più che mai necessario. A volte la vita concede una seconda possibilità. Ma occorre avere il coraggio – e il cuore – per afferrarla. È ciò che ha fatto Giovanna Barbuzza, 58 anni, che pochi giorni fa ha sostenuto l’esame orale di maturità all’Istituto “Leonardo da Vinci” di Padova.
Con un sorriso che parla di forza e gratitudine, Giovanna racconta il suo traguardo come una nuova partenza: «Se c’è una cosa che ho capito nella mia vita, è che il tempo non ti deve influenzare. Ho rinunciato a tante cose, ho vissuto momenti difficili, ma oggi provo una gioia immensa».
La sua storia inizia a Palermo, dove ha conseguito il primo diploma in ragioneria e dove ha vissuto i suoi anni giovanili in un contesto difficile, segnato dalla paura. «Abitavo a tre minuti da dove è nato Paolo Borsellino. Lui ci ha insegnato la libertà. Quando ho visto una traccia su di lui alla prima prova, non ho avuto dubbi: era destino».
Dopo il diploma e vari lavori, soprattutto nei call center, la svolta arriva con la malattia del padre, colpito dall’Alzheimer. Giovanna decide di lasciare tutto per prendersi cura di lui. «Seguendolo, mi sono innamorata del lavoro delle operatrici sociosanitarie. Ho capito che quello era il mio posto, il mio modo per dare valore alla vita».
Un nuovo inizio a Padova con solo 100 euro in tasca
Determinata a cambiare vita, Giovanna parte per Padova dopo aver vinto un concorso come collaboratrice scolastica. Con sé, solo 100 euro e la forza dell’amore materno. «All’inizio ho dormito in un convento. Non avevo una casa, ma non mi sono mai arresa. A volte non servono certezze, ma solo fede e determinazione».
Inizia così la sua “seconda vita”: di giorno a scuola, tra corridoi e studenti, e nel tempo libero sui libri, frequentando il corso in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”.
Una laurea nel mirino e un sogno da realizzare
Dopo sei anni a Padova e tre come studentessa, Giovanna è arrivata al diploma con orgoglio. Ma non si ferma qui: ha già deciso di iscriversi all’università per studiare Psicologia. «Da bambina mi chiamavano “la dottoressa”. Adesso voglio diventarlo davvero».
Il suo cammino è costellato di persone che l’hanno ispirata: come Nunzia Carollo, un’assistente sociale che l’ha aiutata a riconoscere il valore umano del prendersi cura degli altri.
La storia di Giovanna è una testimonianza vivente che non esistono limiti di età per imparare, crescere e realizzarsi. È un invito a tutti – giovani, adulti, anziani – a non arrendersi, a non lasciare che la paura o il tempo spengano i sogni. Tra i banchi della scuola e quelli della vita, Giovanna mostra che la maturità, quella vera, è la consapevolezza di potersi rimettere in gioco sempre.
I.A.
