Per chi lo segue, Pietro rappresenta una figura di speranza, di resistenza e di amore incondizionato per la vita, un esempio di come trasformare la sofferenza in un messaggio di forza che va oltre la malattia. E in questo diario di vita quotidiana, c’è un messaggio universale: non importa quanto sia dura la strada, finché c’è speranza, la vita vale sempre la pena di essere vissuta.

Nel mondo dei social media, la tragedia e la sofferenza sono spesso esibite in modo superficiale, ma per Pietro Lonardi, imprenditore legnaghese di 56 anni, queste piattaforme sono diventate un canale di comunicazione con un fine ben più grande: trasformare il dolore in un messaggio di speranza. Colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) nel dicembre del 2019, Pietro ha deciso di condividere la sua battaglia quotidiana con la malattia attraverso il suo profilo Facebook e Instagram, creando una testimonianza di coraggio che tocca profondamente chiunque lo segua.

La sua “missione” è chiara: portare speranza, non solo a chi vive con la SLA, ma a chiunque affronti sfide difficili. Con una fede cristiana che si è rafforzata nel corso degli anni, dopo un periodo da buddista, Pietro pubblica ogni giorno riflessioni tratte dal Vangelo, da scritti mistici come quelli di Maria Valtorta, ma anche dalle sue esperienze personali, nelle cosiddette “pillole di SLA”. Questi post sono un insieme di pensieri, emozioni e ricordi che raccontano la progressiva e inesorabile avanzata della sua malattia, ma anche momenti di gioia e gratitudine che, agli occhi dei suoi follower, diventano lezioni di vita.

Il cammino di Pietro, iniziato con una diagnosi che nessuno vorrebbe mai sentire, si è trasformato in una testimonianza di forza e resilienza. La SLA è una malattia neurodegenerativa che progressivamente distrugge i motoneuroni, le cellule nervose che controllano i movimenti volontari, portando a disabilità motoria, paralisi e infine, in molti casi, alla morte. Per Pietro, la diagnosi di SLA è arrivata come un fulmine a ciel sereno, una condanna inaspettata che ha cambiato la sua vita, ma non il suo spirito.

Un diario per l’anima e per gli altri malati

Ogni giorno, Pietro trova un modo per restare in contatto con il mondo esterno. Nonostante le difficoltà fisiche che la malattia gli impone, ha trovato nella tecnologia il suo alleato. Grazie a un puntatore oculare, un dispositivo che consente di scrivere e comunicare con il movimento degli occhi, Pietro condivide le sue riflessioni e messaggi di speranza con i suoi amici, familiari e numerosi follower.

Le sue “pillole di SLA” sono frammenti di vita quotidiana che raccontano le sue battaglie fisiche, ma anche le sue vittorie interiori. Tra i suoi post si trovano storie di piccole gioie che gli regalano felicità, come il semplice atto di sentirsi muovere le gambe e le braccia dopo ore di immobilità, o l’intenso piacere che deriva dal gusto di un collutorio alla menta. “Nonostante tutto”, scrive, “la vita è qualcosa di prezioso, che vale sempre la pena di assaporare”.

Non solo una fonte di conforto per chi soffre della stessa malattia, ma anche una lezione per chi si trova ad affrontare altre difficoltà, la sua storia offre una visione alternativa alla sofferenza: una forza spirituale che emerge nei momenti più oscuri. Le sue esperienze con la fede, le visite ai luoghi di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e al Santuario dell’Amore Misericordioso a Todi, gli hanno offerto la serenità interiore necessaria per affrontare la malattia con gratitudine, anche se consapevole delle sue implicazioni devastanti.

Un messaggio di speranza e gratuitudine

Nonostante la progressione della SLA, che lo ha costretto a perdere sempre più la capacità di movimento e autonomia, Pietro non si lascia abbattere. La sua visione della vita si è evoluta, e oggi, in mezzo alla sofferenza, trova una fonte di speranza: “Penso che questa malattia sia spiritualizzante”, afferma, “piano piano si perde il corpo, ma lo spirito rimane”. Il suo messaggio di fede è chiaro: “Non c’è disperazione se c’è Dio”.

Pietro non si limita a raccontare la sua lotta, ma si fa testimone di una battaglia spirituale e umana che invita tutti, malati e sani, a riflettere sulla bellezza della vita in ogni sua forma, anche quando la sofferenza sembra avere il sopravvento. “La vita è sempre da vivere, brutta o bella che sia, ricca o povera, sofferente o no”, scrive, esprimendo una visione che tocca chiunque, anche chi si trova lontano dalla sua condizione.

La sua testimonianza è diventata anche un impegno sociale. Pietro ha preso parte a eventi solidali come la camminata “Slargine” dal 2021 al 2023, promossa per sostenere la ricerca sulla SLA, dimostrando che, anche con la malattia, è possibile contribuire al bene comune.

Pietro non parla mai della sua condizione con rassegnazione. Al contrario, ogni post, ogni pensiero pubblicato sui suoi canali social è un invito a non arrendersi. La sua è una vita vissuta con consapevolezza, fiducia e un amore profondo per la vita, nonostante tutte le sue difficoltà. “Ogni giorno è una benedizione”, scrive, “anche quando le forze ti abbandonano e il corpo ti tradisce, l’anima può ancora brillare”.

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