Già nel 2026, il 30% delle attività lavorative di routine sarà automatizzato dall’intelligenza artificiale generativa e, entro il 2027, quasi il 60% dei lavoratori dovrà affrontare un processo di riqualificazione, come evidenziato dal World Economic Forum (2025). Se da un lato l’automazione minaccia fino a 85 milioni di impieghi tradizionali, dall’altro creerà 97 milioni di nuove posizioni nei settori potenziati dall’IA, negli ecosistemi dei dati, nella cybersecurity, nell’innovazione green e nelle supply chain resilienti. Questa trasformazione è accompagnata da una crescita salariale record nei ruoli ad alta specializzazione, in particolare quelli digitali, analitici e orientati alla sostenibilità. Il Salary and Career Trends Report 2026 della Rome Business School conferma un cambio di paradigma: le aziende assumono sempre più in base alle competenze e non più ai titoli formali. I professionisti più competitivi saranno quelli capaci di integrare alfabetizzazione nell’IA, consapevolezza etica, competenza interculturale e adattabilità.
UN MERCATO DEL LAVORO IN TRASFORMAZIONE TRA DIGITALE, GREEN E NUOVE COMPETENZE
Il mondo del lavoro vive la trasformazione più rapida degli ultimi decenni. L’IA generativa ridisegna processi e ruoli, mentre tensioni geopolitiche, rischi climatici e costi di trasporto spingono le imprese verso modelli di nearshoring e multisourcing. Infatti, la sostenibilità diventa un driver competitivo centrale: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che l’economia verde genererà 14 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2026 in ruoli quali climate risk analyst, circular economy designer ed Esg reporting specialist. Parallelamente, il lavoro ibrido introduce nuove sfide legate a coesione dei team, gestione del burnout e sicurezza informatica. Si rafforza, inoltre, la competizione globale per il talento: il LinkedIn Global Talent Report (2025) evidenzia che l’84% dei datori di lavoro fatica a trovare professionisti con la combinazione di competenze adeguate, non solo tecniche ma anche comportamentali e cognitive, come adattabilità, problem solving, giudizio etico e comunicazione interculturale. Inoltre, ManpowerGroup (2025) registra una carenza di talenti in settori specifici, che raggiunge il massimo storico del 78%. Questa pressione alimenta una forte crescita salariale nei settori più avanzati: l’intelligenza artificiale aumenta tra il 15% e il 22%, la cybersecurity tra il 12% e il 16%, la green economy tra il 10% e il 18%, l’healthcare tech e la bioinformatica tra l’11% e il 17%, mentre supply chain digitale e logistica crescono tra il 9% e il 15% .
LE COMPETENZE PIÙ RICHIESTE DEL 2026: TRA ALFABETIZZAZIONE DIGITALE E CAPACITÀ UMANE
Secondo il World Economic Forum (2025), oltre il 60% delle aziende oggi privilegia competenze trasferibili rispetto ai titoli tradizionali. È un cambiamento strutturale: adattabilità, fluenza digitale e giudizio etico assumono un valore superiore rispetto ai percorsi formali o alle job title di provenienza. Le ricerche di LinkedIn e Deloitte (2025) confermano che la capacità di apprendere rapidamente, gestire la complessità, collaborare in contesti multiculturali e integrare la tecnologia nei processi quotidiani è diventata un requisito strategico per l’occupabilità. “Questa doppia enfasi, digitale e comportamentale, riflette l’accelerazione tecnologica e l’evoluzione dei modelli organizzativi”, afferma Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School. L’alfabetizzazione nell’IA assume anche un ruolo centrale: il 75% delle aziende utilizza già strumenti di intelligenza artificiale (Wef, 2025), rendendo essenziali competenze come interpretazione dei dati, lettura degli output algoritmici e consapevolezza dei bias. L’espansione delle organizzazioni data-driven rende inoltre la data interpretation una delle skill in più rapida crescita (LinkedIn Workforce Insights, 2025). A ciò si aggiunge la cybersecurity awareness, sempre più cruciale: l’Oecd (2025) segnala che l’errore umano è la principale causa di violazioni informatiche. La sostenibilità, infine, entra stabilmente nel profilo del professionista del futuro: l’Ilo (2025) evidenzia che le green skills come eco-design, reporting Esg, economia circolare, sono tra le competenze in più forte crescita. L’integrazione tra padronanza digitale, responsabilità etica e capacità umane evolute definisce così il profilo del professionista ‘future-ready’.
GLI SCENARI DEL FUTURO: WORKFORCE AUMENTATE DALL’IA E NUOVE FORME DI LEADERSHIP
Entro il 2026 l’IA sarà parte integrante dei processi aziendali come agente collaborativo, creando workforce ibride che uniscono giudizio umano e capacità analitiche dell’IA (McKinsey, 2025). In queste strutture, i professionisti più competitivi saranno quelli capaci di supervisionare l’IA, verificarne gli output e sfruttarne il potenziale strategico. Parallelamente, la vita media delle competenze continua a ridursi: secondo il Wef (2025), una skill diventa obsoleta in meno di tre anni, rendendo l’apprendimento continuo la base delle carriere future. Allo stesso tempo, la mobilità globale del talento cresce grazie a modelli di lavoro remoto: l’Oecd (2025) rileva che le aziende reclutano sempre più oltre i confini nazionali per accedere a competenze rare. Inoltre, la leadership entra in una nuova fase. Il Deloitte Human Capital Trends Report (2025) segnala un passaggio dai modelli autoritari a quelli collaborativi, basati su fiducia, sicurezza psicologica e capacità di guidare team nel cambiamento continuo. In un contesto intensivo di IA, la leadership diventa più umana: richiede giudizio etico, alfabetizzazione tecnologica, empatia e fluenza interculturale. In questo scenario prende forma anche l’ascesa delle economie basate sulle competenze. Secondo LinkedIn (2025), lo skills-based hiring è cresciuto del 28% in un solo anno, segnalando un passaggio verso modelli in cui le opportunità professionali sono determinate dalle competenze e non dai titoli o dalla geografia. La trasformazione in atto indica una direzione chiara: il vantaggio competitivo del futuro appartiene a chi saprà coniugare tecnologia e umanità. Creatività, resilienza, adattabilità e responsabilità etica diventano complementi essenziali dell’alfabetizzazione digitale. “In un mercato segnato da cambiamenti rapidi e talent shortage, le organizzazioni che investiranno nelle persone, oltre che nell’innovazione, saranno quelle in grado di guidare il cambiamento” conclude Valerio Mancini.
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