Non appena mi siedo di fronte a lui e iniziamo a parlare, mi rendo conto che è diverso da tutti i sindaci con cui ho avuto a che fare fino ad ora. Non posso giudicarlo per quello che ha fatto per Santorso perchè, con  umiltà, devo ammettere di non averlo seguito molto a parte le vicende legate all’ospedale nuovo. Spicca dopo poche parole scambiate, la sua cultura, la sua ‘essenza’ ideologica, soprattutto umana.

Ero arrivata al municipio di Santorso con l’intento di incentrare l’intervista su Pietro Menegozzo sulla sua scelta di sostenere Matteo Renzi, ma mi rendo conto che è riduttivo parlare solo di quello.  Menegozzo, nonostante il suo tono di voce formale e spesso glaciale, è un fiume in piena di cose vissute e da raccontare. Mi rendo conto di non averlo mai conosciuto e di quanto noi giornalisti spesso concentriamo  l’attenzione su chi fa rumore, senza badare a contenuti che sono a due passi da noi, ma non fanno notizia perchè espressi con i toni di chi non vuole apparire, ma semplicemente essere.  

 Il sindaco Menegozzo sta con Renzi. E’ questa la notizia del momento. Partiamo da qui. 
 
Perchè con Renzi?
 
Perchè è il cambiamento e la democrazia ha bisogno di questo. La gente vuole una politica che deve saper leggere i tempi. Di Renzi mi piace l’apertura nei confronti di chi pur non avendo le sue stesse ideologie  merita un confronto. Veniamo fuori da un ventennio in cui le idee venivano valutate in base a chi le esponeva e non per quello che contenevano. Io credo che se un’idea è buona lo è oggettivamente, a prescindere che venga dalla destra o dalla sinistra. Mi piace il dialogo che intende instaurare lui.
 
Mi dica due aggettivi con cui descrivere Renzi...
 
Coraggioso e giovane.
 
Cosa invece non le piace di lui?
 
La supponenza e quel suo definirsi un rottamatore. E’ un termine che non condivio. Le persone non si rottamano.
 
Pensa che può farcela? E soprattutto, crede che l’Alto Vicentino rappresenti un terreno fertile per raccogliere consensi?
 
Non so se ce la farà, ma in questi giorni, ho ricevuto diverse telefonate da parte di chi è attratto da quello che Renzi sta mettendo in piedi. Sono in molti a meditare la decisione di appoggiarlo.

 
E Bersani?

 E’ un galantuomo. Lo stimo, ma è il passato. La gente vuole il nuovo. Il nuovo è Renzi.

 Chi è Pietro Menegozzo?

 Sono un uomo del popolo. Un uomo di sinistra, che però sa guardare anche altrove per capire.

 Che cos’è per Lei la sinistra?

 E’ solidarietà sull’individualismo. E’ comunità al centro. E’ economia strumento per la società.

 Che cos’è per lei la politica?

La politica è il punto di elezione dell’impegno sociale, è il contesto in cui si assumono le decisioni.

 Che sindaco è Lei?

 Sono un primo cittadino che ha a cuore il bene della comunità che guida. Che risponde alle esigenze dei suoi elettori con il coraggio delle scelte, di cui mi piace assumermi sempre le responsabilità.

 Che rapporto ha con i suoi concittadini? Si sente amato?

 Sono un sindaco che ascolta i bisogni della sua gente, a cui piace quella sorta di piccolo potere nelle nostre mani perchè di fatto, siamo noi che decidiamo. Ascolto i miei cittadini ogni giovedì, ed è un momento arricchente per me quel confronto con il popolo, di cui mi sento parte, ma che sono stato chiamato a governare. Non nascondo che mi piace questo ruolo del ‘capo’, che fa parte di me da sempre. Non mi vedo con un ruolo diverso ed è quello che mi mancherà quando tra un anno e mezzo scadrà il mio mandato. Ma condivido la legge che prevede che un sindaco non possa avere più di due mandati per quel discorso sul cambiamento che le ho fatto prima. Se piaccio alla mia gente? Questo non lo so. Mi rendo conto che non riesco a dare ascolto a tutti e metto in conto il fatto che ci sia qualcuno che non condivide il mio operato.

 Di cosa va fiero della sua amministrazione?

 Dell’ospedale nuovo senza dubbio, ma anche del fatto di aver portato a termine progetti importanti che hanno dato lavoro a molte persone. Sono orgoglioso di aver dato ospitalità ai rom, è un vanto per me.

 Nonostante il Veneto sia una terra non certo accogliente nei confronti dello ‘straniero’?

 Certo. E comunque, non tutti lo sono. C’è anche chi la pensa come me per fortuna.

 Cosa le dà la carica sul lavoro?

 Quel percepirmi un punto di riferimento per la mia comunità

 Cosa invece la scoraggia?

La grave situazione economica con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno e la comunicazione con le istituzioni superiori, spesso incapaci, ignoranti ed assenti.

 Cosa invece la indigna?

 Il pregiudizio nei confronti degli ‘ultimi’, che siano extracomunitari, nomadi, poveri o disabili.

 Quando smetterà di fare il sindaco di Santorso, cosa farà?

 Ho delle attività mie alle quali potrò dedicarmi a tempo pieno. Potrò viaggiare e andare in Africa più spesso di quanto riesca a fare adesso, ma è chiaro che mi mancherà salire le scale del Comune di Santorso e lavorare per i miei concittadini.

 Non ci credo che lei chiuderà così, la sua esperienza politica…..è ancora così giovane…..

 Vedremo….

 Natalia Bandiera

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