Ictus ischemico. È questa la diagnosi pesantissima e senza appello che i familiari di Jenny Marini hanno ricevuto dai sanitari dell’Ospedale di Verona dove la ragazza giunse, lo scorso settembre, in condizioni gravissime. Una ragazza molto ben voluta e apprezzata, tra le altre cose, anche per il suo impegno nella Pro Loco arsierese: per lei, il lunghissimo e faticoso cammino di ripresa si prospetta anche come un salasso dal punto di vista economico tanto da spingere familiari e amici a promuovere una raccolta fondi.

Ma ripercorriamo i fatti. È il 14 settembre e Jenny, 33enne residente ad Arsiero ma originaria di Cogollo, è in gita in un parco divertimento. Un momento di spensieratezza e di condivisione con alcuni parenti che si trasforma in pochi attimi in tragedia: una volta scesa da una giostra, Jenny ha un malore, una forte emicrania le crea la perdita di conoscienza ed entra in coma. I soccorritori vista la gravità, chiamano l’elisoccorso che la trasporta d’urgenza all’ospedale di Verona dove viene ricoverata in terapia intensiva. Da allora, dopo i primi giorni col fiato sospeso e mille interrogativi senza risposta, avute risposte dai medici è partito un lento e impegnativo percorso riabilitativo: da fine ottobre ha fatto ritorno a casa, ma fisioterapia e logopedia per recuperare sia un’emiparesi sia un’importante afasia sono appuntamenti quotidiani. A breve, inoltre, la necessità di affrontare un intervento importante: un’anomalia congenita mai riscontrata al cuore, latente per oltre trent’anni, operazione che richiede un’anestesia totale che ora Jenny non è in grado di supportare né fisicamente né mentalmente.

Di qui la volontà di chi le vuole bene di sostenere questa strada per far uscire Jenny da un tunnel che ora pare mostrare solo una flebile luce lontana: le cure sono costose e l’incertezza sui tempi rende praticamente impossibile fare previsioni.

Anche se la voglia di restituire presto un sorriso a Jenny è tanta: operatrice presso la Casa di Riposo di Arsiero, ha più volte condiviso anche duramente il periodo pandemico la gioia di poter star vicino ai ‘nonnini’ soli a causa delle note restrizioni lavorando anche oltre il consueto orario pur di sopperire alle difficoltà del momento.

Un cuore grande che stavolta le ha giocato un brutto scherzo, ma che ha voglia di ritornare a battere al ritmo della vita.

di Redazione AltoVicentinOnline

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