Sono tanti i capitelli che ancora identificano varie zone del paese e che sono amati dagli abitanti che se ne prendono cura, spesso devoti al santo loro dedicato, chi con un mazzo di fiori, chi strappando le erbacce. Tra questi ha ritrovato nuovo splendore e nuova vita il capitello che dal 1855 è visibile nella strada che attraversa la vivace contrada di Casale, sotto il complesso roccioso del Monte Cengio.

Restaurato una prima volta negli anni Cinquanta, fu rinfrescato nuovamente nel 1997 ad opera dell’artista locale Pietro Zuccollo: a prenderlo ora invece in cura, la generosità e le sapienti mani di Lucio Mantese, già protagonista di alcuni apprezzati recuperi a Cogollo.

L’artista, noto anche per le sue doti di insegnante di ballo, ha così dato nuova espressività e colori sgargianti al trittico che rappresenta San Zenone, Sant’Antonio e la Vergine Maria al centro: volti che come spesso accade per Mantese, si ispirano al quotidiano – “per Sant’Antonio ha posato mio figlio Daniele”,  ha confessato il pittore – e che raccontano figure care e significative per la storia della frazione di Cogollo nota per essere baciata dal sole tutto l’anno.

A festeggiare il prezioso recupero, dopo la messa al Circolo Ricreativo, una breve processione con benedizione di Padre Diego Dalle Carbonare ha di poco anticipato le parole dell’assessore al Sociale Manuela Dalla Vecchia che ha ricordato il vissuto della piccola struttura votiva.

Grande la soddisfazione del Presidente del Gruppo Casale, Ruggero Lorenzato, e di tutta l’associazione pronta tra l’altro a ritrovare allegria e voglia di stare insieme dopo due anni di fermo obbligato con la tradizionale sagra che animerà la contrada dal 15 al 17 luglio prossimi con un fornitissimo stand gastronomico, musica per tutti i gusti e l’immancabile lotteria finale.

Un esempio di armonia che a Casale fa scuola almeno da quattro decenni: nel 2023 infatti il Gruppo Sportivo Ricreativo festeggerà infatti i suoi primi quarant’anni. Con la benedizione dei suoi santi protettori tornati a illuminare la contrada.

Marco Zorzi

 

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