Si è emozionata più volte questa settimana nel vedere così tanto affetto rinnovarsi intorno a lei ancor più forte degli altri giorni.

Per Armanda Dal Santo, 100 candeline spente il giorno dell’Epifania nella casa della figlia minore e del genero con cui vive da qualche tempo in località Casale, magari non c’è stata quella festa con decine di invitati che magari ci si potrebbe aspettare per un traguardo tanto importante, ma in considerazione della non facile situazione sanitaria, con tutte le accortezze del caso, da giorni riceve incessante la visita di familiari e conoscenti che non sono voluti mancare all’appuntamento.

E in cuor suo Armanda, nata proprio a Cogollo del Cengio il 6 gennaio del 1922, forse neanche l’avrebbe voluta una festa esagerata: una persona sempre umile sin da giovane, dedita al lavoro e alla sua famiglia. Convolata a nozze con Francesco Italo Bassa nel 1946, con un Italia ancora intenta a ricucire le ferite di una guerra appena finita, Armanda ago e filo lo ha letteralmente sempre avuto tra le mani: mani d’oro che non avevano orari pur di sbarcare il lunario e mettere un piatto in tavola ai figli.

Una vita modesta in cui però non sono mai mancati l’amore e il sorriso: nemmeno quando ha accudito con paziente dedizione prima la suocera, poi il cognato e infine per 15 lunghi anni il marito stesso, andato via via aggravandosi a causa del morbo di Parkinson.

Dalla loro unione comunque felice nonostante un cammino non privo di sacrifici e sofferenze, oggi ancora la circondano d’affetto i tre figli Massimo, Bruno e Luigina, cinque nipoti e ben 8 pronipoti: per tutti la lezione trasmessa ancora con invidiabile lucidità è quella di dedicarsi all’altro ancor prima che a sè stessi.

E l’altro giorno di tanto amore dato, semmai ci fosse stato bisogno di una prova, altrettanto ne ha raccolto: e lei nella sua sedia, gli occhi attenti e vigili, se l’è preso tutto con quel senso di profonda gratitudine ed una punta di orgoglio che solo per qualche instante le hanno tolto la parola.

Non senza una buona fetta di torta e un sorso di spumante. Alla salute di chi le vuole bene.

Marco Zorzi

 

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