Sembravamo esserci messi alle spalle un periodo non molto lontano, ma per fortuna superato, in cui le donne non potevano esercitare la professione del giudice perchè ritenute troppo emotive per emettere delle sentenze.

E’ da soli cinquant’anni –  esattamente il 9 febbraio del 1963 – che le donne hanno fatto il loro ingresso in magistratura, una data storica che balza alla mente imbattendosi nel post su ‘Sei di Cogollo se’  dell’Assessore allo Sport Beppe Pozzer: sul gruppo Facebook del paese il suo scritto nei confronti di Sabrina Bassa che ha lasciato l’amministrazione per incompatibilità con il primo cittadino Piergildo Capovilla, sta incassando commenti non proprio favorevoli.

E se voci di corridoio raccontano che il Sindaco non ci sta ad apparire come un misogino, lui che almeno pubblicamente si è sempre ribellato a qualsiasi forma di mancanza di rispetto nei confronti del gentil sesso, non gli fa fare una bella figura il suo componente di giunta: “Nonostante i nostri continui consigli non è riuscita a capire qual è il confine tra assessorato e coinvolgimento emotivo….Bisogna capire che amministrare un paese come Cogollo non è un business e neanche uno spot ma bensì una missione….”

Se infatti era partito bene dichiarandosi dispiaciuto per la decisione dell’ex collega Bassa di abbandonare la squadra, Beppe Pozzer si è poi ‘perso’ scrivendo il delirante post in cui manca chiaramente di rispetto all’imprenditrice, giudicando impulsive non solo le sue dimissioni, ma anche quel post con cui Sabrina Bassa ha comunicato al paese la sua rinuncia alla carica pubblica peraltro già anticipata ai colleghi.

E’ evidente che alla Giunta Capovilla non è andata giù quella spiegazione civile e garbata di chi ha avuto il coraggio di raccontare pubblicamente quello che non è andato, ma questo probabilmente a Cogollo oggi non è consentito farlo.

Come non è consentito ai media fare il lavoro che in tutto il mondo si svolge con le stesse modalità, lavoro che nel ‘vivace’ paese pedemontano non è possibile perchè gli insulti sono assicurati.

Il post di Beppe Pozzer va però ben oltre il rispetto dei ruoli, ma colpisce Sabrina Bassa come persona e come donna quando la giudica troppo emotiva per ricoprire il ruolo di Assessore al Sociale: un concetto maschilista del quale probabilmente l’Assessore nemmeno si è reso conto, anche se lo scrivente ad un certo punto dopo aver incassato i primi commenti di protesta pare abbia cambiato qualche passaggio.

Forse anche lui si è reso conto di aver scritto qualche frase di troppo che si sarebbe potuto risparmiare.

 


Caro Beppe Pozzer, non la conosco e non mi permetto di giudicarla, anzi sono convinta che lei sia una brava persona, ma quando si ricoprono dei ruoli pubblici bisogna stare attenti alle parole che si utilizzano e soppesarle una ad una.

Non sa quante volte ho pagato io per aver sbagliato, io che non sono stipendiata con le tasse dei cittadini. Forse dovrebbe chiedere scusa ad una donna con cui ha condiviso mesi di lavoro, come non è mai stato chiesto scusa all’ex vicesindaco Sofia Zordan, che dopo aver fatto incetta di voti (205) è stata liquidata senza nemmeno un ‘grazie’. Eppure ce la ricordiamo tutti con i suoi modi gentili e istituzionali rappresentare degnamente Cogollo del Cengio anche in occasione di importanti eventi dell’Alto Vicentino.

Ci siamo sempre chiesti del perchè sia stata fatta fuori, ma quest’altra grande donna ha preferito la linea del silenzio e, più volte incalzata dalla stampa, si è sempre rifiutata di fornire una spiegazione dei fatti che ancora non conosciamo.

Forse vi aspettavate lo stesso silenzio da Sabrina Bassa e siete stati spiazzati da un post sobrio ma molto eloquente per il paese che inizia a interrogarsi sul perchè alle donne venga riservato un certo trattamento. 

Natalia Bandiera

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