RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

La frana registratasi il 12 gennaio in Valbrenta, località San Marino, che ha provocato la chiusura di circa 3 km della strada statale 47, oltre all’interruzione della linea ferroviaria Trento-Bassano, ha inevitabilmente prodotto pesanti ripercussioni sulla mobilità di un’area ben più ampia della Valbrenta, coinvolgendo cittadini, lavoratori e imprese con provenienza o destinazione non solo nel Bassanese, ma anche nelle vicine province di Treviso, Belluno e Trento.

A sua volta, l’ordinanza del Comune di Valbrenta che, salve alcune deroghe, ha interdetto anche al transito delle autovetture la strada comunale Valgadena tra l’abitato di Carpanè e località Costa, costringe a lunghi percorsi alternativi chiunque debba spostarsi da nord a sud e viceversa rispetto al tratto di SS 47 interessato dalla frana.

È auspicabile – commenta Claudio Pozza, delegato alle Infrastrutture di Confindustria Vicenzache il ripristino della transitabilità lungo la SS 47 possa avvenire nel più breve tempo possibile e che altrettanto avvenga riguardo alla circolazione ferroviaria. Nel frattempo, si confida che in sede prefettizia, con il coinvolgimento degli enti a vario titolo interessati, possano essere individuate soluzioni transitorie in grado di contemperare efficacemente le esigenze di mobilità espresse dai cittadini, dai lavoratori e dalle imprese che normalmente utilizzano la SS 47, con le esigenze di salvaguardia dell’incolumità e della qualità della vita dei cittadini di Valbrenta, chiamati comunque a sopportare un traffico abnorme per una strada comunale in numerosi tratti neppure con una corsia per senso di marcia”.

Ma, oltre alla risoluzione dell’emergenza, gli Industriali insistono per una risoluzione strutturale e definitiva del collegamento tra il Vicentino e il Trentino su cui le progettualità su carta non hanno ancora prodotto risultati sul campo: “Quest’ultima frana, che per pura casualità non ha portato ad incidenti o, peggio, vittime – prosegue Pozza –, sta portando pesanti ripercussioni che chissà per quanto tempo ancora produrranno effetti nefasti sui traffici tra Veneto e Trentino e viceversa. Ora non si può più tergiversare, il territorio e tutti i suoi enti competenti devono una volta per tutte affrontare sia il tema della riqualificazione, ammodernamento e messa in sicurezza della SS 47, sia quello della creazione di un nuovo corridoio infrastrutturale che colleghi efficacemente la pedemontana veneta con il Trentino”.

In merito alla SS 47, risalgono a circa un anno fa le notizie di stampa che davano per ormai definita un’ipotesi progettuale concordata tra ANAS e Regione Veneto, con il gradimento dei Comuni interessati, quale risultato del tavolo di confronto annunciato dalla Regione ancora nel gennaio 2019.

Stante la situazione attuale e a fronte di un progetto esistente e già condiviso – insiste Pozza –, non vediamo ragioni per non procedere speditissimi nel definire il cronoprogramma degli interventi da realizzare, tra i quali, va sottolineato, vi sarebbe anche una galleria per bypassare definitivamente il famigerato nodo di Carpanè.

C’è bisogno però anche di una visione più ampia, che voglia andare a risolvere davvero i problemi, sia per il Veneto, sia per il Trentino. Come dimostrato dall’interruzione, sempre causa frana, della SP 349 Valdastico nei mesi di novembre e dicembre 2023, è ormai incontestabile la necessità di completare la A 31, realizzandone finalmente lo sbocco a nord sulla A 22. L’auspicio è che la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento trovino finalmente una sintesi di reciproco gradimento, sbloccando quell’impasse che logiche campanilistiche hanno fin qui prodotto, privando un ampio, quanto vitale, territorio, di infrastrutture adeguate alla domanda di mobilità espressa dalla popolazione e dagli operatori economici”.

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