Lo sdegno e la compassione che hanno accompagnato la notizia della morte del cigno Arturo sono talmente forti che anche l’amministrazione comunale di Laghi ha deciso di scendere in campo per non lasciare alcuna traccia oscura sulla triste fine del povero animale.
Inizialmente si era pensato ad un pestaggio deliberato e brutale, altri avevano ipotizzato un’eccessiva reazione da parte di un pescatore ‘importunato’ da Arturo, ma il dato di fatto è che per il momento non si sa cosa sia realmente accaduto: non è esclusa nemmeno la pista che vorrebbe Arturo vittima di una tragica fatalità e che scagionerebbe la mano dell’uomo.
Quel che per ora è certo è che il corpo del cigno, rinvenuto senza vita durante lo scorso weekend sulle sponde del suo amato lago, è stato affidato alle autorità forestali alle quali si rivolge ora l’accorato appello dell’amministrazione del piccolo Comune valligiano: “Per noi Arturo era una mascotte” – commenta dispiaciuta Maria Fabiola Sella, consigliere con delega al sociale e alla famiglia – “quindi abbiamo tutta l’intenzione di pagare di tasca nostra un’autopsia urgente che ci dica cosa gli è successo. Lo facciamo per l’animale e anche in nome di quella chiarezza che disconosce chi ha pensato che Laghi sia terra di gente omertosa. Se qualcuno avesse notizie certe, avrebbe parlato: siamo una comunità di persone per bene e i commenti e le chiacchiere che sono uscite senza cognizione di causa ci hanno ferito. Dico di più: se l’esame autoptico dovesse dirci che Arturo è stato ucciso, ci attiveremo con ogni mezzo per scoprire il colpevole. Ma fino ad allora è bene usare prudenza ed evitare accuse e considerazioni che non fanno il bene di Laghi”.
Intanto scende un’altra notte triste sulle acque del lago che non ha più il suo re: “Siamo preoccupati anche per Principessa” – conclude Sella – “perchè questo duro colpo non le procuri gravi conseguenze. Lei è l’altro bellissimo cigno di cui andiamo molto fieri e non le faremo mancare il nostro sostegno. Arturo aveva talvolta un caratteraccio, magari specie se provocato, tendeva a marcare il territorio con fare quasi scontroso, ma la verità è che stiamo parlando di un’attitudine più che naturale”.
Del resto – vale la pena ricordarlo – c’erano anche delle uova deposte da poco e l’atteggiamento genitoriale in natura non è dissimile da quello umano: ma questa volta non ci sarà più papà Arturo a proteggerle.
Marco Zorzi