La montagna non è solo luogo di vacanza o cartolina da weekend: è territorio vivo, fatto di relazioni, lavoro, comunità. È con questo spirito che nasce un’iniziativa destinata a far parlare di sé, ideata per invertire la rotta dello spopolamento e rimettere al centro le aree montane del Nordest. Due corsi pionieristici, Rimont e Newmont, partiranno nei prossimi mesi sotto l’egida dell’Università di Padova, con il sostegno del DARA – Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio.

Promotore dell’iniziativa è Andrea Cecchellero, consigliere regionale della Lega – Liga Veneta ed ex sindaco della Val Posina (VI), che ha sottolineato con entusiasmo l’importanza dell’azione: «Vogliamo la montagna come un luogo vivo e dinamico, scandito dal lavoro e dalle relazioni di chi ci abita per davvero».

Dalla teoria alla pratica: la formazione per “abitare” davvero la montagna

I corsi non si limitano a un approccio accademico, ma nascono per fornire strumenti concreti a chi desidera trasferirsi o investire nelle zone alte. Si parlerà di processi di ripopolamento, recupero del patrimonio abitativo, incentivi alla ristrutturazione, inserimento sociale ed economico, e soprattutto di gestione sostenibile del patrimonio boschivo. A coordinare il progetto sarà il geografo Mauro Varotto, docente dell’Ateneo patavino e autore di numerose pubblicazioni sulla montagna e sul fenomeno dello spopolamento. La sua presenza garantisce una visione integrata e realista del territorio, fondata sulla ricerca ma aperta all’azione concreta.

Un modello replicabile: la Val Posina fa scuola

La Val Posina, terra natale di Cecchellero, è il modello virtuoso da cui tutto parte. Un esempio di resilienza e innovazione, dove la montagna non è stata abbandonata ma reinterpretata, anche grazie a politiche locali attente e inclusive. Il progetto si ispira anche ad altre esperienze del Nordest, come quelle della Val di Zoldo e della Carnia, territori che hanno saputo coniugare tradizione e futuro.

Un invito aperto: chi può partecipare?

L’iscrizione, aperta fino a venerdì 18 luglio, è rivolta a un pubblico ampio e variegato:

  • aspiranti abitanti della montagna,

  • amministratori locali,

  • associazioni,

  • imprenditori,

  • proprietari di case non utilizzate.

L’obiettivo è creare una rete di attori consapevoli e pronti a costruire, insieme, un nuovo futuro per le terre alte.

Vivere, non solo visitare

La filosofia alla base di Rimont e Newmont è chiara: la montagna non può essere considerata solo una meta turistica. Per viverla davvero serve infrastruttura, servizi, possibilità di socializzazione, ma anche una visione nuova dell’abitare.

«C’è in ballo una sfida molto impegnativa, ma che possiamo e dobbiamo vincere» – conclude Cecchellero – «Le nostre zone alte meritano dignità e prospettiva».

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