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Valdastico Nord, Fugatti ancora a gamba tesa. Unica galleria da Pedemonte a Rovereto Sud

Sulla Valdastico Nord stringono i tempi.  Per il 15 aprile  Veneto e Trento si devono mettere d’accordo, o salta il banco. Portando a  Roma le verifiche di fattibilità del nuovo progetto. Tace tutto in casa Zaia, mentre da Palazzo Dante il presidente trentino Fugatti lancia la sua ennesima soluzione. Basta viadotti e trafori, ma chiamerebbe le ruspe per fare un’unica galleria da Pedemonte a Rovereto Sud.

Tutto in galleria, o quasi. Partendo dal casello vicentino, e ruotando in giù di 180 gradi, passerebbe sotto l’altopiano dei Fiorentini, tuffandosi nella pancia del monte Maggio e scavando sotto l’Alpe Coe. Un ‘biscione’ che continuerebbe la sua strada solcando la valle di Terragnolo tra Serravalle di Ale e Marco. Il tutto poi per dirigersi verso l’A22, sboccando a Rovereto Sud.

Al momento è un’idea, formulata da Fugatti durante un incontro con dei sindaci trentini, alla guida dei paesi interessati dalla sua ultima genialata. Che sembra quasi lo specchio di un progetto fatto da due architetti dell’alto vicentino, la ‘Pi-Ru-Bi-Za-Fu’. Un disegno solcato da una matita profondamente ironica, a pochi giorni dall’elezione di Fugatti, quando il neo presidente della provincia di Trento sellava il suo cavallo di battaglia “Voglio Rovereto Sud”.  Che Fugatti possa averlo seriamente preso in seria considerazione, o che ad una soluzione del genere ci sia arrivato da solo, fa comunque pensare sulla tecnicità e competenza con cui affronta il tratto nord dell’A31.

Una proposta la sua che, se diventasse realtà,  getterebbe un’ombra su quel ‘a casa mia faccio come dico io’ di Luca Zaia.  Solo qualche settimana il suo “io porto l’autostrada fino al confine”, a Besenello, faceva intendere da parte del governatore del Veneto la ferma decisione di non mollare la presa sulla tratta vicentina. Ma ora ci sarebbe l’ultima trovata di Fugatti, dopo il tentativo di rispolverare il tracciato ‘T5’. Gruviera di monti e paesaggi attorno al monte Pasubio, cassato ancora nel 2011 da uno studio commissionato dalla Serenissima.

da Terragnolo l’allarme “devastazione del territorio”
“Il presidente della provincia Autonoma di Trento ci ha convocato in un incontro assieme agli amministratori di Trambileno, Vallarsa, Rovereto, Ala, al presidente della Comunità della Vallagarina e al commissario straordinario del Comune di Folgaria per illustrarci gli attuali orientamenti che la Provincia ha in merito al completamento della Valdastico nord – spiegano dal Comune di Terragnolo – Quanto espresso sui quotidiani che illustravano l’idea che la Regione Veneto non avrebbe cercato un’alternativa a quanto avevano già progettato si è rivelata reale. Quindi oggi ci hanno informato che la provincia provvederà a dare disposizioni al Ministero delle infrastrutture per procedere a delle valutazioni di impatto ambientale per un possibile collegamento dal paese di Pedemonte alla zona a sud di Rovereto, tra Serravalle di Ala e Marco passando sotto “l’Alpe Coe”. Inevitabilmente questo collegamento transiterà per la valle di Terragnolo. Abbiamo potuto constatare che rispetto al noto tracciato “T5” l’impatto ambientale sulla nostra valle sarà nettamente maggiore prevedendo un casello autostradale nella parte alta della valle. Il fatto che secondo questa nuova idea le sorgenti, dello Spino, della valle Ertile, valle Giordano e Acqua Nera (che serve, attraverso un acquedotto intercomunale, anche i comuni di Folgaria Lavarone e Luserna) non sarebbero compromesse non deve essere la scusa per incidere in maniera devastante il nostro territorio. Siamo fermamente convinti che un casello autostradale non possa essere considerata un’opera compensativa a fronte dell’impatto che avrà un’opera di tale portata in un contesto come la nostra valle molto stretta e chiusa con grossi problemi idrogeologici, di arterie e di spazi adeguati per un probabile cantiere di queste dimensioni. Abbiamo chiesto al presidente Fugatti di venire a visitare il nostro territorio perché possa rendersi conto della realtà dei nostri luoghi e immaginare quale impatto ambientale possa comportare tale opera.
Non capendo i ripensamenti nel proporre il completamento di un’opera prevista cinquant’anni fa e della sua probabile utilità speriamo che nei prossimi incontri già concordati si possa approfondire e portare a conoscenza dei vertici provinciali della reale possibilità di distruzione che si prospetta per il nostro territorio vista appunto la sua particolare orografia”.

il caso in consiglio provinciale a Trento
La questione della Valdastico Nord è approdata anche nella seduta del consiglio provinciale del 9 aprile. Col presidente Fugatti che ha risposto ad una question time del consigliere del Patt, che ha chiesto “se la Giunta abbia deliberato e quindi comunicato al Ministero delle infrastrutture e alla Regione Veneto la preferenza dell’uscita a Rovereto sud. E se sì, quali sono le motivazioni per le quali si preferisce questo tracciato”. Nella sua risposta Fugatti ha spiegato che “ha già sostenuto in diverse occasioni la propria posizione sull’importante ricaduta dello sbocco della Valdastico a Rovereto sud. E’ stata fatta anche una valutazione tecnico economica ed avviato un percorso di verifica per introdurre in Valsugana un’area di alleggerimento tarsportistico con vignetta da applicare ai mezzi pesanti. A fine marzo è stata convocata una riunione presso il Mit per dare seguito agli approfondimenti necessari per dare seguito a queste valutazioni”. In seno a questa risposta è stato Fugatti stesso a dichiarare di avere incontrato i sindaci della zone interessate, comunicando che “da uno studio di sostenibilità emerge che il problema della sorgente dello Spino viene risolto perché il tracciato non toccherebbe la sorgente ma darebbe maggiori risorse idriche alle zone di Folgaria e degli altipiani. Sia chiaro che si tratta comunque di un’autostrada e non di un giardino, ha concluso, ma il problema ambientale primario possiamo dire che viene rimosso. L’ipotesi è l’uscita con svincolo in territorio di Terragnolo con collegamento a Folgaria senza escludere un’ipotesi di uscita sul territorio della Vallarsa”.

il Veneto muto e non ascolta i suoi sindaci
Per capire cosa veramente, e seriamente, i due intendano fare per concludere l’ultimo tratto dell’A31, quanto meno si dovrà attendere che Zaia e Fugatti tornino a Roma, presentando al ministro Toninelli l’embrione del nuovo progetto. Nel frattempo Fugatti non retrocede di un millimetro, convinto a far virare l’arteria verso Rovereto Sud. Soluzione che trova un fronte del ‘no’, col casello di Rovereto Sud che non sgraverebbe il traffico della Valsugana, perché a questo doveva anche servire l’ultimo tratto della Valdastico. E che ingolferebbe quello dell’A22, tra Trento e Rovereto. Per il 15 aprile, resta fissato il tavolo tecnico allargato ai Comuni interessati dall’ipotetico passaggio del T5. Coi sindaci di Posina, Valli del Pasubio e ancora Vallarsa, Terragnolo e Trambileno, che vedono finalmente risposta ad una loro richiesta, fatta ancora a dicembre all’assessore veneto De Berti, a Fugatti stesso e al ministro Toninelli. Incontro allargato, inoltre, anche ai sindaci di Arsiero e Laghi, due paesi che renderebbero un sacrificio enorme, in termini ambientali, per il passaggio del quinto tracciato.

“Praticamente impossibile dal punto di vista della fattibilità, devastante dal punto di vita idro-geologico ed ambientale, inutile dal punto di vista viabilistico e trasportistico – commenta Luca Canale, della comunità ‘salviamo Valdastico’- Serve solo ai “soliti noti” per mantenere una rendita finanziaria di posizione grazie al rinnovo senza gara della concessione autostradale. Un assurdo compromesso tra volontà politiche contrastanti, assemblato tirando righe sulla carta e senza conoscere la conformazione e le criticità del territorio. Per dirla all’inglese costituisce un “white elephant”, che se realizzata graverà sulle spalle dei cittadini, dell’ambiente e del Sistema Paese senza eventuali benefici, se non per i soliti pochi”.

Paola Viero