E se la scelta di rendere l’ospedale di Santorso un centro Covid-19 fosse solo il primo passo per smantellare i servizi sanitari dell’Alto Vicentino e trasferirli in blocco a Bassano? Quali garanzie avranno gli abitanti di un territorio che serve oltre 220mila abitanti per sperare che la decisione della Regione sia solo un ‘tampona’ a qualcosa di momentaneo e sia stata presa esclusivamente per fronteggiare l’emergenza coronavirus?

L’ipotesi che la scelta di Santorso come centro-covid sia solo l’inizio della centralizzazione della Sanità Pedemontana a Bassano del Grappa arriva proprio da chi, fino ‘all’altro ieri’ aveva difeso strenuamente i due ospedali ‘gemelli’, facendo muro contro chiunque teorizzasse sullo smantellamento di Santorso. Robertino Cappozzo, ex presidente del distretto 2 della Conferenza dei Sindaci della Ulss 7, protagonista del grande periodo di cambiamento della Sanità locale, ora si dice preoccupato.

Cappozzo, perché di dice “molto preoccupato” davanti alla scelta della Regione di fare dell’ospedale di Santorso un centro-covid?

Non entro nel merito della soluzione di concentrare in una unica struttura i casi di Coronavirus, che sicuramente permette maggior controllo e professionalità, ma sul fatto che sia l’Ospedale dell’Alto Vicentino la struttura scelta. Abbiamo tanto lottato per avere un ospedale al servizio del territorio, che potesse erogare servizi di eccellenza e con tante difficoltà si stava piano piano raggiungendo l’obiettivo. Ora c’è di fatto un blocco.

Siamo in piena emergenza sanitaria, che cosa le ha fatto innescare la preoccupazione?

Avendo dovuto dare risposta a tutte le polemiche degli anni scorsi ed essendo stato presente a tutti i tavoli e gli incontri in cui si chiedevano garanzie per il nostro ospedale di Santorso, leggere che interi reparti dovranno essere spostati a Bassano mi ha messo in allarme. So quanto abbiamo lottato per avere pari dignità nelle due strutture e ora temo il rischio che l’emergenza coronavirus sia colta come una palla al balzo per fare di Bassano l’ospedale di riferimento della Ulss Pedemontana.

La riforma sanitaria, mancanza di medici, servizi sociali sbrandellati… In pochi anni, questo ospedale modernissimo e costosissimo ne ha viste di tutti i colori.

In queste settimane abbiamo avuto l’ennesima prova della qualità delle risorse umane che lavorano all’interno dell’ospedale Alto Vicentino. Questa emergenza passerà e sono certo guarderemo l’ospedale in modo diverso. Personalmente nutro una forte preoccupazione ed è prevalentemente di carattere politico.

In che senso, sia più chiaro.

Leggendo quanto riportato dalle notizie, soprattutto il fatto che interi reparti dovranno essere spostati a Bassano, temo che sia solo una prima fase e che i cambiamenti che il futuro ci riserverà saranno impegnativi per l’Alto Vicentino, non solo per quanto riguarda la struttura sanitaria, ma anche quella territoriale.

A Bassano c’è una forte ingerenza politica, i politici bassanesi sono potenti in Regione, nell’Alto Vicentino manca un riferimento forte e la Sanità è da sempre un grande punto di forza in campo elettorale. Vuole dire questo?

Sì, proprio questo. E ora ipotizzo che il coronavirus e la scelta di fare dell’ospedale di Santorso un centro covid sia un’ottima occasione per trasferire i reparti a Bassano per poi tenerli lì. Noi avremmo a questo punto un Ospedale HUB provinciale, per la gioia di qualcuno, ma non era quello che volevamo.

L’ospedale di Bassano non è nuovo, vede la possibilità della costruzione di una nuova struttura? Magari un nuovo project financing?

A questo non avevo mai pensato. In fase emergenziale come questa però tutto è possibile.

Sarebbe sicuramente un ulteriore penalizzazione per il territorio dell’Alto Vicentino, da sempre pioniere di scelte difficili, ma nello stesso tempo preso ad esempio per la grande capacità di sapersi confrontare con il territorio e con i suoi cittadini.

Anna Bianchini

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