Dal 2016 al 2020, 58.245 veneti, da 14 a oltre 75 anni hanno assunto droghe delle tipologie più svariate, come eroina, metadone, morfina e oppiacei non prescritti, cocaina, crack, ecstasy, amfetamine, Lsd. Aggiungendo il 2021, nelle stesse fasce d’età, gli assuntori di droghe sono stati 12.354, il che porta il totale in cinque anni a 70.599. I numeri li mette in fila la giunta regionale del Veneto che, su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, ha approvato una delibera che persegue la riqualificazione e l’aggiornamento del Sistema delle dipendenze. “Annualmente- fa notare l’assessore- dedichiamo a questi obiettivi 28 milioni di euro e per la prima volta abbiamo programmato investimenti per 84 milioni nel triennio 2022-2024. Ci siamo mossi dalla considerazione dei cambiamenti di questi ultimi anni: l’emergere costante e sistematico di nuove sostanze ed il potenziamento di quelle già conosciute, l’abbassamento dell’età di primo utilizzo, il policonsumo di droghe e alcol, l’incremento di situazioni di cronicità, le accresciute difficoltà delle famiglie sono infatti rappresentative delle mutazioni profonde nel mondo delle dipendenze”. Quel che bisogna fare, prosegue Lanzarin, “è dare sicurezza agli operatori per una presa in carico più efficace delle persone colpite dal disagio e per un fattivo supporto ai loro familiari. La tossicodipendenza, oltre che a provocare gravi patologie fisiche e psichiche, ha anche un grande impatto sulla vita delle famiglie. Un quadro da affrontare con ogni mezzo a disposizione, come stiamo facendo in Veneto“.

Sulla base dell’analisi dei fenomeni sociali recenti, di questi dati, ed in coerenza con il percorso storico del Sistema veneto, incardinato su una stretta collaborazione tra Servizi pubblici (i SerD) e strutture del privato sociale accreditato, l’azione della Regione si articola su direttrici: la prima prende atto del lavoro effettuato dal gruppo costituito per i Servizi territoriali e aggiorna e sviluppa la pianificazione e la programmazione di settore; la seconda definisce una metodica di budget triennale che incrementa i fondi assegnati alle Aziende Ulss per il pagamento dei livelli essenziali di assistenza dedicati alle persone che soffrono di dipendenze (complessivamente 28.040.000 euro annuali); la terza delinea i primi elementi per creare un sistema regionale di valutazione degli esiti, per dare completezza ai processi di monitoraggio e controllo in ambito locale e regionale. Vengono inoltre riqualificati come “Servizi territoriali innovativi” gli attuali progetti sperimentali e il progetto per minori-adolescenti alcol-tossicodipendenti attivo a Conegliano, con importi e rette invariati. Per l’attivazione di nuovi Servizi territoriali viene riservata una quota annuale pari a 931.000 euro. Infine, viene consolidato il meccanismo di compensazione annuale, che, a parità di risorse erogate, redistribuisce le eventuali eccedenze (sottobudget) alle Strutture che presentano valori che eccedono i limiti di budget (extrabudget). Il provvedimento, rimarca Lanzarin, frutto del confronto con i Dipartimenti per le dipendenze e con i coordinamenti delle comunità terapeutiche del veneto “dà una risposta alle richieste provenienti dal territorio. Ci collochiamo in una logica di miglioramento continuo”. A tutto questo si affianca la presenza di 1.231 posti letto accreditati e 1.502 autorizzati nelle nove Ulss venete.

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