‘Non siamo contrari all’Autonomia e non ci opporremo, ma Zaia ha fatto promesse irrealizzabili e si tratta di dare più poteri, non più soldi alle Regioni’. Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, ma in mezzo c’è il Movimento 5 Stelle accusato di non volere l’autonomia e che invece, tiene a sottolineare: ‘Non siamo contrari, il problema non siamo noi’
Dopodomani, venerdì 15 arriverà finalmente da parte del governo la proposta per le intese da sottoporre ai Presidenti di regione riguardo le autonomie differenziate di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La famosa “autonomia” che di fatto corrisponde al regionalismo differenziato per le regioni che la Costituzione prevede a statuto ordinario. Il processo ha un iter cosiddetto “rafforzato” in quanto prevede di concordare fra stato e regioni le materie che godranno di autonomia regionale e, successivamente, un voto a maggioranza assoluta del Parlamento in ciascuna delle due Camere suggellerà tale riconoscimento. Infine i decreti attuativi ne disciplineranno i dettagli operativi. Hanno fatto richiesta di maggiore autonomia al Governo anche altre regioni come Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria e Marche.
Dopo gli interventi di rappresentanti di varie correnti di opposizione, non tarda a farsi sentire la voce dei deputati veneti del Movimento 5 Stelle che gettano acqua sul fuoco delle polemiche semplicemente richiamando gli impegni assunti in sede di contratto di governo. Così il portavoce alla Camera Alvise Maniero: “i cittadini si sono espressi liberamente col referendum a larghissima maggioranza secondo il dettato costituzionale e noi siamo favorevoli alla maggiore autonomia, hanno dato un’indicazione chiara secondo una gestione più autonoma della regione, ma alcuni non vogliono dire o non si fa capire bene che si parla di saldi invariati” dice il deputato cinquestelle con chiaro riferimento alle richieste anche di una maggiore autonomia finanziaria. “Il danaro che prima in Veneto veniva amministrato dallo Stato verrebbe amministrato in Veneto dalla regione, ma sono gli stessi soldi” dice Maniero. “E’ nel contratto di Governo” conclude il deputato. E si sa che il contratto è il testo sacro che guida intenti ed opere governative nei momenti delicati o di frizione fra le forze di maggioranza. In verità in questo caso non sembrano essercene perchè a gestire direttamente il passaggio al “regionalismo differenziato” è la ministra in quota Lega Erika Stefani che tratta la questione in Consiglio dei Ministri. Anche il deputato Federico D’Incà contribuisce a chiarire la posizione di M5S: “è un punto di contratto di governo stipulato nel mese di maggio 2018 e fa parte dei temi che vogliamo portare avanti in questa legislatura, il Movimento si è espresso per il Sì, facendo campagna elettorale sia in Lombardia che in Veneto”.

E continua: “io stesso mi sono espresso per l’autonomia e ritengo che sia un passaggio importante per le tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ndr) e permette loro di essere maggiormente locomotiva per il nostro paese, il modello da seguire è quello virtuoso dell’Alto Adige, bisogna dare a queste regioni, sulla scorta degli articoli 116 e 117 della Costituzione, la possibilità di verificare se con la maggiore autonomia migliorano i servizi per il territorio ad un costo minore”. “E’ un tema molto importante, è’ la prima volta – dice D’Incà- che regioni che trainano il paese non autonome entrano in una fase di regionalismo differenziato, le materie delegate sono in fase di definizione, andava preso il giusto tempo per le valutazioni all’interno dei ministeri a guida cinquestelle così come abbiamo fatto e anche dopo le giuste valutazioni con l’approvazione della legge di Bilancio ci siamo trovati ad affrontare in tempi molto brevi i passaggi sull’Autonomia. La posizione di scontro da esponenti regionali è sbagliata perchè questo è anche il loro governo. Lo scontro non fa bene al paese e i toni devono essere moderati. C’è tutta la volontà da parte del Movimento per dare seguito agli accordi di governo che è del cambiamento e lo sarà anche per il territorio Veneto. Mi auguro che la Regione Veneto sia pronta ad accogliere questi cambiamenti perché la mia più grande preoccupazione è che la regione in questo momento non sia pronta, spero che il prossimo anno, la prossima assemblea, abbia una capacità amministrativa e legislativa su tutta una serie di materie riguardo alla quali adesso non ha competenza e sulle quali in futuro invece dovrà pronunciarsi anche legiferando”.

Tutti i partiti e movimenti dovranno promuovere i consiglieri più preparati per svolgere al meglio questo lavoro” conclude D’Incà in risposta ai toni agguerriti pervenuti dal Consiglio in questi giorni. La padovana d’Este, Francesca Businarolo conferma l’appoggio all’autonomia e agli esiti referendari: “abbiamo sostenuto il referendum sull’autonomia, abbiamo detto dall’inizio che non se ne faceva una questione economica ma semplicemente di chiarimento delle competente nazionali e regionali. Tutti i ministeri in quota Movimento hanno dato il loro parere alla ministra Stefani, pare sia rimasto un nodo sulle concessioni autostradali, Zaia si lamenta sulle autostrade e insiste per avere autonomia anche su queste concessioni per regionalizzarle, temo che stia utilizzando questo pretesto per fare decadere il processo sull’autonomia. Le autostrade sono di competenza statale e lui ha fatto promesse impossibili in campagna referendaria. Si sta cercando una soluzione per venirne a fuori a Roma da questa pretesa. Noi siamo favorevoli all’autonomia nel rispetto dei dettami costituzionali senza sottrarre risorse alle regioni del Sud, come è stato ingiustamente detto, siamo per il trasferimento delle competenze con i saldi invariati”.
Giu. Scarce

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia